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ASFALTO MINATO
                                              di Graziano Paolo Vavassori - Direttore Responsabile

     Gli italiani sono sempre stati considerati dei guidatori sportivi e capaci. Bergamaschi e poche altre “razze” a parte è vero, così come siamo i più graditi clienti delle auto tedesche, ma siamo di fatto tra i più indisciplinati automobilisti europei. Viaggiamo costantemente oltre i limiti di velocità, non ci facciamo scrupoli a superarli anche di molto, se nessuno sopravanza passiamo con il rosso, gli stop o il “dare la precedenza senza necessariamente fermarsi” sono solo dei noiosi ostacoli messi lì giusto per rendere il viaggio un po' meno monotono. Sorpassi a destra, occupazione permanente ed immotivata della corsia di sinistra, tagli delle curve su imitazione di “Schumi”, potremmo scrivere il decalogo di tutto ciò che non va fatto al volante.
     Con il nuovo codice della strada molto è cambiato e noi stessi siamo cambiati al volante. Ora non si scherza più, Autovelox, Telelaser e semafori controllati da telecamere si sono rapidamente diffusi e con lo spauracchio della patente a punti ci siamo un po' calmati. Insomma, il ministro Lunardi ha fatto qualcosa di buono: semplicemente ha applicato quanto nel resto dell'Europa è stato già sperimentato con successo. Tuttavia non è finita qui la lotta ai reticenti indisciplinati, presto giungeranno i sorpassometri ed i rilevatori della distanza di sicurezza, i quali verranno soprattutto applicati in galleria, per non parlare delle auto-civetta, che aumenteranno di numero non appena verranno stanziati altri fondi.
     Se mettiamo nel calderone che i limiti di velocità in Italia sono assurdi spesso e volentieri, ci possiamo giustificare, ma solo entro certi aspetti morali. La verità è che oggi non c'è più spazio alle infrazioni, è divenuto troppo facile essere colti in fragrante. Soprattutto per quanto riguarda i limiti di velocità, le trappole sono ormai diffuse a tappeto sulle strade.
     Mi reco sovente, per motivi personali, a Pavia e dovendo attraversare Lodi, usufruisco della “Tangenziale di Lodi”. Vi faccio notare che si tratta di una superstrada, senza attraversamenti se non per un paio di rotonde; ci sono due corsie più quella di emergenza per carreggiata ed un imponente spartitraffico. Insomma, è come un'autostrada, anzi, è decisamente meglio della Milano-Torino. Ci credereste se vi dicessi che lungo quei bei rettilinei il limite di velocità è di soli 70 km/h. Per essere precisi, il tratto nei pressi dei distributori di benzina è soggetto al limite dei 110 km/h, ma non quello precedente, né quello successivo ad una curva che addirittura comprende il New Jersey, lunghissimo, che a 70 km/h sembra non finire mai e se già in piano è difficile non superare il limite, una dolce discesa accompagna l'auto oltre il limite consentito se non si tocca il pedale del freno.
     Qui, però, c'è una sorpresa "con i fiocchi" per chi cade in tentazione… al giungere della prima rotonda, complice un imponente guard-rail, una pattuglia della polizia, munita di telelaser, vi ha tracciato da 600 metri circa ed un agente sbuca dal nulla con la propria (odiatissima) palettina per fermarvi e regalarvi la brutta notizia. Il fatto è che non sono propriamente nascosti; da tutte le altre direzioni li si vedono perfettamente. È proprio da quel rettilineo che è impossibile vederli, nemmeno da una distanza di 50 metri, quindi, se ci sono e se si supera il limite di velocità non c'è scampo.
     Grazie al cielo io non vi sono incappato, ma rimasi molto male la prima volte che li vidi. Chiacchieravo tranquillamente, non avevo assolutamente fretta e nemmeno mi resi conto che andavo “solo a 70” e giunto alla rotonda, ho visto l'agente ed il laser. Non vi era altro veicolo se non il mio, dunque, sarei stato spacciato. Li ho trovati di giorno e di notte, anche in piena notte… sempre lì ad attendere, affamati di infrazioni, sicuramente giuste, ma quel limite troppo basso sembra quasi messo di proposito. Attenzione dunque, anche le piazzole dei benzinai sono un ottimo rifugio per il “tele” od il “velox”, così come vengono chiamati ora.

 

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