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ELEZIONI: ANCORA BERLUSCONI
                                              di Graziano Paolo Vavassori - Direttore Responsabile

In ambito nazionale.
     Non c'è dubbio sul fatto che Silvio Berlusconi ed il suo polo delle libertà abbia di nuovo vinto le elezioni. Di nuovo la destra al governo dunque, così potrà completare il lavoro svolto fin ora e testimoniato dalle reali cifre sui bilanci, dai concreti posti di lavoro creati, dagli aiuti promessi giunti alle categorie più deboli come gli anziani. “Fatti, non parole,” si direbbe facendo il verso ad un comico di “Zelig”. Quindi appare sensato che il popolo italiano abbia rinnovato la propria fiducia nel governo che ci ha guidato lungo tutto il lustro scorso. In fondo, la sinistra è stata molto brava ad alzare polemiche, ad offendere i leader di destra, a fare orecchie da mercante di fronte ai dati espressi dal “Berlusca” nei vari interventi, dimostrando non solo disorganizzazione, ma la mancanza di un programma elettorale fattibile e coerente. Fin qui nulla di nuovo, la sinistra è sempre stata inconcreta, benché abbia governato l'Italia a lungo. Mi stupisce il coraggio con cui invece ha espresso pareri sempre denigratori nei confronti del nuovo governo appena dopo il ballottaggio. “Il popolo italiano ha confermato il desiderio di cambiare votando la sinistra che ha vinto su tutto il territorio, quindi il governo attuale non rappresenta gli italiani che hanno scelto i nostri rappresentanti locali”. Con queste demagogiche parole Fassino di DS si è riempito la bocca di fronte alle telecamere dei vari notiziari. Da che mondo è mondo, localmente si è sempre votato la persona soprattutto, non il partito; sarebbe poco oculato a mio parere votare una persona solo perché ha una certa tendenza politica. Se l'Avvocato Bruni, pardon, il Primo cittadino Bruni, fosse stato della Lega, avrebbe vinto comunque. No? Quindi Berlusconi ha vinto in quanto gli italiani hanno apprezzato il lavoro svolto in questi anni ed hanno votato ancora Forza Italia.

In ambito locale.
     Dicevo poc'anzi, che Bruni avrebbe vinto con qualunque partito, perché è una persona apprezzata e stimata, ma la razionalità dovrebbe farci pensare che se fino ad ora, Veneziani ed i suoi uomini, hanno lavorato bene, di fatto si sono preoccupati del traffico, dei problemi urbanistici, del sociale ed hanno, per la prima volta nell'ultimo decennio, riportato le casse del comune in attivo, consegnando alla sinistra un ottimo bilancio (fatti, non parole), cambiando è scontata l'incognita: “ed ora sarà meglio o peggio?” Non era forse il caso di lasciare completare alla destra il lavoro svolto e che ora rischia, mi auguro di no, di rimanere in sospeso? Non è questione di partito, di politica, di uomini più o meno stimati, ma di far finire un lavoro promesso mantenuto e che deve essere completato. Non temiamo che i partiti, politica dunque, che ora tornano in maggioranza a Palafrizzoni rimettano Bergamo in ginocchio in uno stato di immobilismo simile o uguale a quello che lasciò Vicentini nel ‘99 Stando alle parole del nuovo Sindaco assolutamente no, ma erano parole pre elettorali…
     Personalmente un Sindaco vale l'altro, un partito politico vale l'altro, io preferisco definirmi concreto e valuto i reali risultati che devono portarmi dei chiari vantaggi personali e societari. Se ci pensate bene, c'è del buono in tutti i partiti, ci sono delle ottime idee in tutti i programmi elettorali, sarebbe un sogno poter creare un cocktail di tutte le promesse buone di tutti gli schieramenti, ma qui si cade nella demagogia e nell'illusione di poter creare una città perfetta, che faccia chiunque contento. Comunque i giochi sono stati fatti, ormai abbiamo scelto, ora speriamo di non pentircene e per evitare di dimenticarci, in occasione delle prossime elezioni, del lavoro che svolgerà la nuova amministrazione, vediamo di prendere appunti sulle promesse che il nuovo Sindaco ha già fatto e vediamo se le rispetterà, in quanto ci siamo dimenticati troppo in fretta delle promesse mantenute da Veneziani. Tuttavia anche questa è demagogia, perché è insito nella natura umana l'ingratitudine.

 

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