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PROFESSIONISTE CERCASI
                                              di Graziano Paolo Vavassori - Direttore Responsabile

     Mi ha colpito una e-mail: questa ragazza, di nome Chiara, mi scrive che è una barista professionista, in quanto sono quasi 25 anni che lavora dietro ad un bancone, quello del bar dei suoi genitori; ora che il bar di famiglia è stato venduto, non riesce a trovare un luogo di lavoro adatto alla propria professionalità.
     Ho voluto sondare il settore, che per miei motivi personali conosco molto bene, ed ho chiamato alcuni numeri telefonici trovati nell'inserto de "L'Eco di Bergamo", dove, professioniste di vario genere, soprattutto bariste ed impiegate, dichiarano infatti di ritenere inappropriato lo stipendio che il loro livello professionale meriterebbe. Più di altri, il settore della somministrazione sembra approfittare di più dell'esigenza di lavorare; è anche vero che è uno di quei settori dove, senza alcuna esperienza, si può trovare una occupazione.
     Secondo una certa Franci di Torre Boldone, i gestori la contattano per un colloquio dopo avere letto il suo annuncio in cui, mi specifica, c'è scritto "Barista Professionista" e "Astenersi perditempo", ma al primo incontro, dopo belle premmesse del tipo "abbiamo bisogno di una ragazza capace, responsabile e che sia in grado di assumersi delle responsabilità, come la completa gestione del locale", scopre che l'inquadramento sarà al 5° livello. Che cosa? Al 5° livello!
     Purtroppo, sembra proprio che i bergamaschi abbiano questa mentalità, che io personalmente definisco da "contadini arricchiti", con la quale pensano, anzi, vogliono una o un dipendente in gamba, capace, con esperienza, che si assuma grandi responsabilità gestionali e che accetti pure uno stipendio da apprendista.
     "Oh, ma dove siamo!" Qualcuno ha esclamato per telefono. Siamo proprio all'assurdo. Persino nel mio settore, quello informatico, il cliente bergamasco è il più difficile, mentre le piazze Milanese e Bresciana pretendono ma pagano.
     L'assurdità, a mio giudizio, è l'indifferenza ed il coraggio di proporre ad una ragazza, anche piuttosto matura e con evidente esperienza, uno stipendio da fame; anzi, scusate, è errato definire uno stipendio in questo modo, dato che tutti gli stipendi sono piuttosto bassi in relazione al caro vita, quindi è più opportuno scrivere "uno stipendio inadatto alla mansione richiesta".

 

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