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GUERRA
                                              di Graziano Paolo Vavassori - Direttore Responsabile

     Da quando è iniziata non si parla d'altro. In TV tutti i programmi espongono bandiere di pace, ma parlano della guerra in IRAQ. Anche se faccio parte della categoria, mi rattrista affermare che si parla di guerra in quanto audience ed i giornalisti ci vanno a nozze.
     Anch'io vi parlerò della guerra, ma a modo mio, evidenziando il fatto che la gente continua ad esprimere pareri senza averne l'autorizzazione. In altre parole intendo dire che una opinione è lecita, ma l'affermazione "la guerra si deve fare o non si deve fare", nonché, tanto peggio, "è giusta o non è giusta", è oltremodo fuori luogo.
     Chi siamo noi per sapere quello che è giusto, nemmeno i politici italiani eletti da noi non possono permettersi di decidere se l'assalto Anglo-Americano è giusto o no. Innanzitutto, l'Italia non è in condizioni di poter scegliere se andare in guerra, se concedere l'utilizzo dello spazio aereo e delle basi militari italiane; vi ricordo che se viviamo in un Paese libero, con un tenore di vita mediamente alto, è per merito degli Stati Uniti d'America e noi siamo costantemente in debito con loro, moralmente e finanziariamente. Parole e tempo sprecato dunque per il Governo nel deliberare il consenso all'accesso USA in Italia, per non parlare della Sinistra in generale, la quale si oppone ad una decisione già stabilita, già scontata, già decisa a priori. Francia, Germania e company, tanto più, sono dichiaratamente contrari alla guerra, tuttavia si sono già riuniti per vedere di accaparrarsi una fetta del territorio iracheno quando cadrà sotto il dominio americano: "va beh, dato che il territorio sarà occupato perché non assicurarsi una fettina?"
     Torniamo a coloro che sono contrari; questa gente sa o ricorda che Saddam Hussein è un leader e che i suoi seguaci sono fanatici, senza cibo per nutrirsi ma muniti di armi e munizioni e disposti al suicidio per il Paese? Sa che Saddam Hussein baratta il petrolio per le armi da guerra, ma non per il cibo ed i medicinali per il proprio popolo, che muore di fame e di malattie, lo stesso popolo che difende di fronte alle telecamere del mondo per impietosire l'opinione pubblica e gettare fango contro i nemici? È sempre lui quello che mette le contraeree fra i civili, che riveste i suoi soldati morti con abiti civili e mostra ai giornalisti che sono stati uccisi degli innocenti. Infatti, sono sempre degli innocenti che ci vanno di mezzo, quelli iracheni come quelli americani.
     Se lasciassimo per un attimo che Saddam Hussein agisse liberamente, senza alcuna restrizione comunitaria, i contrari al conflitto cosa pensano che farebbe il soggetto in questione? Campi di grano o armi di distruzione? Se la risposta è quella giusta, non credo proprio che utilizzerebbe queste armi per fare enormi grigliate di carne o pesce da donare al proprio popolo, ma minaccerebbe il mondo intero, con lo scopo unico di conquistarlo nel nome di una religione molto discutibile. I contrari sono disposti a rinunciare al proprio benessere ed alla propria libertà per sottostare ai voleri di un dittatore religioso sanguinario?
     Passiamo invece ai pro-guerra; queste persone sanno che in ogni conflitto ci sono stragi di innocenti e di portafogli? Le guerre costano molto in termini economici, non solo per il paese che vi è coinvolto in prima persona, ma anche per il resto del mondo, dal petrolio ai mercati borsistici, dal settore dei trasporti al commercio internazionale. Sanno, sempre riferito ai promotori del conflitto, che i paesi alleati rischiano di subire degli attentati?
     La verità è che noi non conosciamo tutto quello che sta dietro ad un conflitto militare-politico. Per quanto economicamente controproducente, una guerra può essere di grande interesse per uno o più paesi, come per la Francia e l'Italia, che forniscono armi agli stessi iracheni. I grandi capi della Terra, miei cari lettori, sono a conoscenza di cose che noi "comuni mortali" nemmeno immaginiamo e che, per il nostro bene, non dovremo mai scoprire. Quindi, stiamone fuori, non abbiamo sufficienti elementi per esprimere un parere oggettivo, tanto più che alla fine non spetta a noi decidere.
     Certo che se adesso gli USA dovessero perdere la guerra saremmo tutti in grossi guai!

 

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