Berlendis, da questo luogo si può ritornare verso Città Alta, passando attraverso via Borgo Palazzo, e ritrovarci di fronte la Chiesa di Santa Croce in Rocchetta, consacrata nel 1636: questa chiesa è composta da una navata unica con soffitto a botte ed ha due cappelle laterali, mentre l’altare, finemente intarsiato in legno e madreperla, è opera dei bergamaschi Giuseppe e Caterina Caniana, figli di Antonio Caniana, l’eccellente “falegname di quadratura” così come amano definirlo gli storici.
     Alla chiesa è annessa una casa di cura gestita dalle suore canossiane, ubicata in un chiostro settecentesco. Prima dell’incrocio con le vie Camozzi e Frizzoni, possiamo ammirare un altro edificio, costruito nel ‘200, la ex Chiesa di Sant Antonio in Foris, sconsacrata nel 1810.
     Proprio in questo luogo nasce un altro borgo caratteristico di Bergamo, via Borgo Palazzo, un posto molto particolare, dalla storia affascinante, che vale la pena di scoprire. Questo borgo è situato tra le vie Camozzi, Pignolo e Frizzoni, proprio dove un tempo vi erano le mura del Quattrocento, ovvero la vecchia cinta daziaria di Bergamo; la strada si snoda serpeggiando fra alti palazzi, interrotti solo dal passare del torrente Morla, ed ha mantenuto le vestigia del passato, con le ampie corti all’interno dei palazzi, quei luoghi destinati ad accogliere il passaggio di carri e carrozze.
     Il nome stesso del sito richiama alla memoria storica il palazzo, sorto probabilmente a ridosso del torrente, dove alloggiavano gli imperatori germanici in sosta in città. La strada, stretta verso la Città Alta, prosegue poi allargandosi verso il fondo; la zona bassa, oltre il ponte sul torrente, forse in considerazione della tipologia del vecchio traffico cittadino, in quanto i mezzi di trasporto trovavano via via il loro posteggio lungo la strada e solo pochissimi di essi avevano accesso alla parte alta della città.
     Ritorniamo un attimo indietro, invece, torniamo in via Pignolo, fino a giungere allo slargo che incrocia la via Torquato Tasso, dove, sulla sinistra, sorge la chiesa di Santo Spirito, con annesso l’ex convento trecentesco; l’architetto bergamasco Pietro Isabello, nel 1530, venne incaricato di restaurare la chiesa rinascimentale, tuttavia non riuscì a portare a compimento l’opera, lasciando così la facciata al rustico, proprio come la possiamo ammirare oggi. Questa chiesa rappresenta un esempio di grande architettura, in quanto ha beneficiato del contributo di due dei maggiori architetti bergamaschi, Pietro Isabello, contemporaneo del Lotto e nome di spicco del ‘300, e Giovanni Battista Caniana, altro figlio della famiglia Caniana.
     La storia di questo edificio è assai particolare. Negli anni fra il 1530 e 1535, venne costruita da Isabello la navata centrale della chiesa, con cinque cappelle per lato e corpose colonne; siccome non si conosce il disegno originale

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