"Nella foresta gli elefanti dalle 14 alle 16 ogni giorno
fanno esercitazioni di paracadutismo…"

                                              di Gaudenzio Rovaris

     Tra le numerosissime pagine delle antologie che nel corso degli anni ho presentate ai miei alunni una, in particolare, ha suscitato in me delle riflessioni che trovo ancora valide ai nostri giorni, se non addirittura in modo più negativo: una lettura sugli effetti della stampa e della comunicazione in generale.
     Quanto evidenziato nel titolo si completava con… “ma nessuno si è mai accorto perché dalle 14 alle 16 nessun giornalista si trovava a passare nella foresta.”
     Come al solito cerco di entrare nella testa della gente semplice, a cui mi onoro di appartenere, per prendere spunti per la mia riflessione mensile per voi, miei carissimi venticinque lettori.
     Da quasi tutte le persone con cui giornalmente da buon pensionato mi trovo a chiacchierare emerge una stanchezza per il quotidiano come viene presentato dai mezzi di comunicazione in generale e dai vari TG o dai format cui partecipano politologi e tuttologi di vecchia e nuova generazione, più o meno pervenus dell’informazione o della comunicazione televisiva. Nei format, i vari partiti, tra l’altro, hanno iniziato ad introdurre la figura femminile, possibilmente di piacevole aspetto fisico, che spesso viene soffocata dai rappresentanti del sesso forte e dai conduttori maschi, alla faccia delle pari opportunità tanto proclamate in ogni ambiente, ma che certamente può avere effetto sugli spettatori.
     Praticamente ad ogni ora del giorno possiamo assistere ad una o più di queste trasmissioni dalle varie emittenti, dove più che la correttezza si è attenti allo scoop, all’audience, agili ospiti più altosonanti e “litigarelli” (concedetemi l’eufemismo…), per cui l’informazione viene necessariamente pilotata e reclamizzata. Così, in un mondo in cui esiste un vero potere occulto come quello dei quotidiani e dei telegiornali, in cui è difficile poter entrare con regolari contratti (sempre più diffusi i “liberi professionisti con partita IVA…” pagati ad intervento senza alcuna garanzia) e in cui soprattutto non cercare di sopravvivere al meglio adattandosi alle idee e alle esigenze dei vari editori o direttori di giornali, c’è la rincorsa non alla informazione oggettiva, spesso neppure nella cronaca di attualità, ma allo scandalo, al pettegolezzo,

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