colpevole. Il giudice che giudica il colpevole è colpevole egli stesso; il prete che predica la domenica è colpevole egli stesso; il papà che punisce il figlio è colpevole egli stesso; il marito che accusa la moglie di tradimento è colpevole egli stesso. Capite cosa vuol dire questa cosa? Che potete dire che uno ha sbagliato, ma potete condannarlo? No. È tutto lì il problema, perché se lo condannate dovete condannare anche voi stessi (Riflessione tremenda e che ci tocca tutti).
     Badate bene: Gesù, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Non è che Gesù è uscito fuori dalla stretta in cui l’avevano messo in modo elegante, Gesù ha sconfitto i suoi avversari dimostrando che, in pratica: 1°, erano pieni di malizia nei suoi confronti, 2°, che non erano meglio della donna, 3°, che non avevano nessun diritto di condannarla, 4°, che l’unico che avrebbe diritto di condannarla è Dio, ma Dio non può condannare, può solo perdonare e, difatti, lo lasciarono solo e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: “Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?” Ed ella rispose: “Nessuno, Signore”. E Gesù disse: “Neanch’io ti condanno”. Attenti! Non chiede: “Sei pentita?” No, dice: “Neanch’io ti condanno”. Il perdono arriva prima del pentimento. Nel cristianesimo il perdono rende possibile il pentimento.
     Scusate se ho riportato quasi pedissequamente il discorso di Don Davide, a cui non ho neppure chiesto l’autorizzazione, ma che spero di non aver saccheggiato in modo errato, pur se parziale. La mia intenzione è quella di riuscire a trasmettere almeno in parte la saggezza che emana da ogni Suo discorso di un uomo che ha vissuto alla “fine del mondo” e che vive tra coloro che la società considera dei pesi insostenibili. Ditemi voi se potevo trovare delle parole e delle espressioni migliori!
     Devo anche ringraziare l’amica che mi ha inviato la trascrizione dell’incontro e tutti voi che mi avete sopportato fin qui. Mi auguro che siamo veramente di fronte a qualcosa di nuovo e che abbiamo la capacità di apprezzare le parole della Scrittura e del Pontefice, oltre a quelle di Don Davide.
                                                                       gaudens@live.it

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