RIFLESSIONI ANNUNCIANTI IL PRIMO DISCORSO DI PAPA FRANCESCO
                                              di Gaudenzio Rovaris

     Cari lettori, a differenza dello scorso mese questa volta ho potuto commentare dei fatti accaduti e non solo quelli antecedenti la fatidica scadenza del 20 del mese, termine categorico di consegna del pezzo al Direttore: senz’altro sconvolgenti sono stati gli interventi di papa Francesco e i messaggi trasmessi dal Suo comportamento. Ho potuto seguire questa situazione dalle pagine dei quotidiani che non sono riusciti a trovare scandali più o meno veri e hanno dovuto osannare questo uomo venuto dalla “fine del mondo” e che ha entusiasmato il popolo, delle cui sensazioni dovrei essere il portavoce.
     Se mi permettete, vi riporto alcuni messaggi trasmessi il sabato precedente il primo angelus di piazza San Pietro e tratti dalle letture della Santa Messa della quinta domenica di Quaresima, come al solito analizzate il sabato da don Davide, che vi ho citato parecchie volte, che ha trascorso parte della propria vita in missione tra i poveri di Cochabamba, in Bolivia (alla fine del mondo…) e che in questa occasione ha portato a riflettere sulla attualità del messaggio biblico-evangelico.
     Riporto alcune riflessioni dal libro di Isaia (43,16-21)
     Nell’Antico Testamento tutto è visto come opera di Dio, perciò Dio attrae in mezzo al sentiero, aperto in mezzo al mare per la salvezza, l’esercito nemico e quello che è salvezza per l’uno (il popolo ebraico) diventa distruzione per l’altro… guardate che l’opera di Dio ha sempre due facce: da una parte quello che è luce per l’uno è tenebra per altri, quello che è salvezza per qualcuno è distruzione per altri. “Cioè, di fronte all’azione di Dio ci si deve dividere: o l’accetti oppure sei distrutto.”
     L’esperienza ci impedisce di riconoscere quello che di nuovo sta sorgendo. Il ricordo dell’albero frondoso prima dell’inverno non ci fa vedere le gemme che stanno già nascendo sull’albero, che sembra morto. Ecco cosa dice il profeta: “attento, non continuare a ripiegarti sul passato, non continuare a dire - ai miei tempi -” (come facciamo quasi sempre noi), guarda che sull’albero apparentemente morto ci sono già le gemme.
     “Siamo talmente convinti che il passato rappresenti il meglio che non riusciamo neanche più a vedere le opportunità del futuro.” Non è corretto, perché anche la migliore delle esperienze… per esempio: muore un Papa e se ne fa un altro, si fa il confronto del Papa che è andato via e si ricordano solo le cose belle… un momento! L’han fatto con il povero Ratzinger… ha dovuto subire tutti i

      pagina 01 di 05
 
 
 
 
 
Infobergamo® - www.infobergamo.it è un prodotto H.S.E. - Leggi la nostra CDD - Validazione XHTML - CSS
Autorizzazione Tribunale di Milano n.256 del 13 aprile 2004. Vietata la riproduzione e la riproposizione non autorizzate di testi ed immagini.