originariamente dipinti nella Villa Lanzi di Gorlago; questo pittore, di origine bergamasca, fu uno dei principali esponenti del ’500 e la sua opera si distinse per la peculiarità di mettere in mostra storie mitologiche dipingendo sui muri dei palazzi genovesi.
     Continuando nella nostra passeggiata, incontriamo un altro bell’esempio di architettura cristiana, la chiesa di Santo Spirito, edificio ricostruito nel ’500 in luogo di un altro, con annesso convento trecentesco, del quale è rimasto solo un chiostro; tale chiesa è opera dell’architetto P. Isabello e, nella sua unica navata, possiamo ammirare un polittico di A da Fossano, detto il Bergognone, mentre nella quarta cappella di destra si nota una apprezzabile tela di Lorenzo Lotto (1521).
     A sinistra della nostra passeggiata, prima della chiesa dei Santi Bartolomeo e Stefano, superando il grande porticato oggi ricco di attività commerciali, entriamo in piazza Dante, nel cui centro troviamo la fontana della Fiera, ultimo resto della settecentesca Fiera abbattuta nel 1823, al fine di realizzare il progetto di riassetto urbanistico di Marcello Piacentini, che prima abbiamo visto.
     Torniamo indietro e fermiamoci in piazza Vittorio Emanuele II per ammirarla: di fatto rappresenta un allargamento naturale del Sentierone, che ben rappresenta il nuovo andamento architettonico del centro cittadino, con la lunga sequenza dei porticati a riecheggiare la archeggiature settecentesche della Fiera demolita. L’obelisco al suo interno, eretto nella seconda metà del ’700, fu originariamente dedicato al rettore veneto della città, Nicolò Corner, e poi, nel 1797, a Napoleone Bonaparte. A spigolo della piazza si innalza l’alta Torre dei Caduti, disegnata da Piacentini ed inaugurata nel 1924, che costituisce l’elemento dominante del luogo svettando fra le calibrate altezze degli edifici tutt’attorno.
     A sinistra delle torre, entrando dal civico numero 5 della galleria Santa Marta, sbirciando attraverso un portone chiuso da un cancello, possiamo intravedere il Chiostro di Santa Marta, ultima testimonianza del monastero fondato nel ’300. Nel 1915, la chiesa fu demolita ed il chiostro venne inglobato nella sede della Banca Popolare di Bergamo, assumendo l’attuale connotazione rettangolare con la ricostruzione che venne eseguita utilizzando comunque materiali antichi; sotto il portico è possibile ammirare anche degli affreschi della fine del ’300. L’autore del restauro, Angelini, propose una variante al progetto di ristrutturazione del nuovo centro cittadino creando di fatto questo delizioso passaggio pedonale nel 1926.

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