oncologa. Solita colazione post prelievo per gli esami, con quella brioche infinitamente buona e solita somministrazione.
     Nel pomeriggio tutto era cambiato, mi raccontò con uno sguardo che già era una premessa al peggio. Si vede che il suo corpo iniziava ad accusare un accumulo importante, magari anche psicologico, ai farmaci, per colpa dei quali subentrò della febbre. Il giorno successivo, purtroppo, essa non era scemata del tutto, quindi, per la prima volta, Anna dovette saltare una somministrazione, tra l'altro quella più lunga ed importante, quella con il Cisplatino. Ma il week-end ha la capacità di mettere a posto le cose e, in effetti, Anna si riprese quanto basta per affrontare la nuova settimana... difficile. Sì perché, mi raccontò con aria mortificata, quel lunedì si ritrovò a rimettere per strada, lungo il tragitto dall'uscita dall'ospedale all'auto.
     Quel sipario divenne routine per tutti e cinque i giorni, per non parlare del venerdì, il giorno peggiore da sempre. Credo che per Anna fu una conquista completare quella settimana di chemioterapia, la quinta di sei da fare, iniziata male, finita con grande fatica e coraggio e seguita da giorni d'inferno, dove l'inferno era il divano, dal quale non si mosse se non per i bisogni di prima necessità. “Un vegetale”, così si descrisse, “con un sogno: quello di uscire presto da un torpore mentale coperto solo dal malessere fisico.”
     Le speranze, il dovere nei confronti di una malattia forte ed invadente, tutto in un cassetto. “Non ce la faccio più...” fu il pensiero ricorrente di ogni segmento temporale giornaliero; la mattina, durante la quale la colazione è un obbligo non più piacevole, il pomeriggio, dove il riposo consente di sopravvivere, ma anche di far trascorrere più velocemente una giornata infinita, suddivisa ulteriormente da pause di vomito così intenso da andare a vuoto, “rimetti ma non hai nulla da espellere”, queste sono le sue parole, la sera, durante la quale gli effetti malefici si attenuano un po', si mangiucchia un pochino più volentieri e la compagnia del proprio “amore” rende più piacevole vedere la televisione, l'unica cosa che si riesce a fare in queste condizioni, la quale, per inciso, ti accompagna per tutto il giorno allo scopo di distrarti.
     Il 3 marzo si passa alla sesta. Avevo i brividi quando Anna mi raccontò di questo passaggio. Il giovedì fu come quelli precedenti, il venerdì fu terribile ed infinito, il week-end fu devastante e ricco di pensieri... pensieri maturi, aggrappati alla voglia di vivere quasi a tutti i costi, quasi...
     Basta, quel week-end fu decisivo, Anna, dopo lunghe riflessioni, combattuta

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