gli acini dell’uva bianca devono tendere al giallo, mentre quelli di uva nera devo avere un colore molto scuro, quasi nero.
     Gli acini devono essere saldamente attaccati al grappolo ed il gambo deve essere flessibile, a parte in alcune varietà, come l’uva Impero, che ha il gambo legnoso; il tipico strato di polverina che sovente ricopre gli acini è un importante segnale di freschezza del frutto, poiché tende a scomparire con il tempo, a causa dei continui “passaggi di mano”, che avvengono nei mercati. Una volta acquistata, bisogna rimuovere gli acini marci e riporre i grappoli nel frigorifero, all’interno di una scatola di plastica perforata, in questo modo si conserverà anche per una settimana intera. Infine, l’uva va lavata solo prima del consumo, altrimenti si deteriora.
     Ma l’uva è soltanto un buon frutto commestibile, una gioia per il palato e basta? Assolutamente no, anzi. I nostri nonni solevano ripetere “Vino rosso fa buon sangue” e questo proverbio ha un fondo di verità in quanto il vino come terapia salutistica era utilizzato già nell’antica Grecia, infatti, il termine “ampeloterapia”, ovvero la cura dell’uva, deriva dal greco “ampelos”, il quale significa vite.
     Questa cura era già ampiamente conosciuta ed applicata nell’antichità, dai Romani agli Arabi e ai Greci, più precisamente nel III secolo d.C; se sfogliamo libri antichi, possiamo trovare che anche il famoso medico Galeno (120-216 d.C.) suggeriva questo rimedio naturale ai propri pazienti, ma poi la pratica cadde in disuso e fu riproposta, sostenuta e coadiuvata dagli avalli del mondo scientifico, solo all’inizio del 1800. In che cosa consiste?
     È una forma particolare di dieta che ha come componente principale questo frutto. Essa viene prescritta nel periodo dopo la vendemmia ed ha una durata di 2-3 giorni, tuttavia, se eseguita sotto stretto controllo medico, può protrarsi anche per alcune settimane. La cura consiste nel consumare l’uva in un quantitativo pari a mezzo kg nei primi giorni, per arrivare a quasi due kg al giorno verso la fine della dieta, in tre somministrazioni quotidiane; nella prima fase della dieta avremo un rapido dimagrimento, seguito da una fase di assestamento nei giorni successivi. Al termine del ciclo, il ritorno ad una alimentazione normale dovrà essere graduale: dapprima altri tipi di frutta, a seguire cereali e verdure, infine carne e carboidrati.
     Perché funziona questa dieta? L’uva è un alimento altamente depurativo, quindi provoca rapidi dimagrimenti dovuti allo smaltimento dei liquidi

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