ripetutamente colpite da traumi o dispiaceri, mentre un carattere fragile, tendenzialmente predisposto a reazioni impulsive, può rimanere controllato per anni in assenza di stimoli ambientali negativi.
     Alcuni comportamenti scorretti, però, possono far suonare dei campanelli d’allarme. Una persona fortemente incentrata su se stessa, per esempio, individualista e insensibile alle difficoltà altrui, è da considerare a rischio per potenziali comportamenti rabbiosi, così come gli individui fragili, insicuri e privi di autostima, i quali, non avendo una forte personalità alla quale aggrapparsi, non reggono le minime delusioni o fallimenti e ne fanno una tragedia, reagendo allo stimolo negativo esterno attaccando, spesso in forma rabbiosa, il motivo di tal fallimento.
     I litigiosi che mostrano nel quotidiano una incapacità ad autocontrollarsi, quelli che tendono a riversare le proprie colpe sempre e soltanto sugli altri, quelli che considerano tutti gli altri esseri inferiori e indegni di nota, quelli che vedono tutto sempre e soltanto nero ed hanno sbalzi d’umore immotivati, sono tutte persone a rischio, i cui comportamenti vanno attentamente monitorati. Purtroppo, spesso, tutti questi indizi vengono ignorati dalle famiglie e dalla società e ci si accorge dell’indole aggressiva di una persona solo quando questa si è già manifestata.
     Se, secondo lo psicoanalista Erich Fromm, “la rabbia è, in sé, un sentimento sano che aiuta ad affrontare la vita con più energia”, ci vien da pensare che, pur conservando il proprio significato principalmente negativo, il sentimento dell’aggressività può essere anche un modo naturale per difenderci da una situazione di pericolo, a patto però che la rabbia non diventi distruttiva, cioè possa nuocere agli altri…
     Se partiamo dal presupposto che la rabbia è il risultato di eventi disturbanti, subiti e non elaborati in modo corretto, ci rendiamo conto di quanto possa essere necessario imparare ad utilizzare questo sentimento come strumento per risolvere con efficienza situazioni difficili; per evitare che essa prenda il sopravvento, è importante non accumularla, ma liberarsene appena possibile, utilizzano canali di sfogo naturali, come il dialogo. Una volta sbollita l’ira, chissà che non si riesca a pensare con più lucidità e a trovare la soluzione al nostro problema, che era lì che ci guardava, ma noi non riuscivamo a vederla, in quanto “accecati” dalla rabbia…
     E chissà che non si riesca a vedere più facce sorridenti e meno “arrabbiate” in giro…

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