improvvisamente si ricompattino le idee e trovi ingresso l’agognato senso di responsabilità.
     Un sistema politico maturo deve fondarsi su partiti responsabili e su istituzioni forti e deve riflettere sui fatti, sui numeri, sulle proprie omissioni e sui propri errori e non insegue certo, in modo goffo e aberrante, i voti perduti o le chimere o, peggio ancora, pensando già ad ipotetici scenari elettorali nel medio termine. È increscioso e paradossale che la classe politica di una nazione, che ha sostenuto il processo di creazione dell'Unione Europea, ignori gli interessi generali anteponendo i destini personali dei leader e delle segreterie di partito.
     A Napolitano è affidato adesso il compito di assegnare un incarico esplorativo al leader Pd, che, però, non ha i numeri sufficienti dalla sua parte per poter individuare una maggioranza qualificata. Probabilmente, a giudicare dal momento in cui scriviamo, il tentativo di Bersani, sempre che non intervengano novità dell’ultima ora o si delineino alleanze ad oggi impensabili, sarà destinato al fallimento, mentre il suo alter ego Renzi continua ad aleggiare sopra i destini del PD e più passa il tempo più ci si convince che l’estromissione del sindaco di Firenze sia stata una mossa suicida per il centrosinistra.
     L'idea di una curiosa quanto improbabile alleanza con il M5S non sembra, invece, costituire soluzione percorribile, sia per gli ostracismi di Grillo sia probabilmente per una tattica attendista del movimento, che si propone di controllare dall’esterno l’operato dell’Esecutivo.
     Nella spasmodica ricerca di una maggioranza una terza strada potrebbe essere rappresentata da un’alleanza a tre, PD, PDL e Lista Civica di Monti, dove quest’ultimo potrebbe forse mettere d’accordo tutti, nonostante le avversioni tattiche ed elettorali, ed assumere l’incarico di formare un nuovo governo, questa volta con l’imprimatur di Bersani e Berlusconi, che continuano ad accanirsi tra loro ma che cercano percorsi trasversali. Diversamente, l’alternativa è quella di ritornare alle urne, con tutto ciò che ne conseguirebbe in termini di rielaborazione di strategie e di correzioni di rotta.
     Napolitano, a pochi giorni dalla fine del suo settennato, in ogni caso, non può più sciogliere le Camere e il governissimo, anche se da più parti viene considerato un insulto, accende la fantasia delle formule politiche possibili e forse costituisce la soluzione inevitabile. Non è escluso che questo Esecutivo possa essere chiamato a svolgere un limitato programma circoscritto alla riforma elettorale che Napolitano aveva sollecitato prima del voto e alla quale i

        pagina 02 di 03
 
 
 
 
 
Infobergamo® - www.infobergamo.it è un prodotto H.S.E. - Leggi la nostra CDD - Validazione XHTML - CSS
Autorizzazione Tribunale di Milano n.256 del 13 aprile 2004. Vietata la riproduzione e la riproposizione non autorizzate di testi ed immagini.