LA "NUOVA" PITTURA ITALIANA DEGLI ANNI SETTANTA
                                              a cura della Redazione

     In occasione di Artdate 2013 del 17, 18, e 19 maggio, organizzata dall’associazione “The blank Bergamo contemporary art”, spicca l’evento organizzato e curato dalla Galleria Elleni (www.galleriaelleni.it), che presenta una mostra raffinata, “Pitturanalitica”, visibile dal 18 maggio al 30 giugno, una serie di opere di artisti Italiani attivi dal 1968 e per tutti gli anni settanta e riferibili a quella corrente internazionale che negli Stati Uniti prende il nome di Post-Minimal Painting, di cui fanno parte Robert Ryman, Agnes Martin, Robert Mangold e Brice Marden o Pittura Analitica, nella definizione italiana, nella quale si possono includere tutti gli artisti presentati in questo progetto espositivo.
     In Italia, tale corrente fu penalizzata dall’egemonia culturale dell’Arte povera di Germano Celant alla fine degli anni sessanta e dall’esplosione della Transavanguardia di Achille Bonito Oliva all’inizio degli anni Ottanta.


     Ultimamente, diversi musei italiani e tedeschi, non ultimo il Museo del Novecento di Milano, si stanno occupando di questo importante movimento culturale, prima ancora che artistico.
     Nell’epiatffio coniato da Giorgio Griffa nel 1973, “Iononrappresentonullaiodipingo”, c’è la sintesi di tutto lo spirito di questa corrente di nuova pittura, una pittura progettata collocata in una dimensione concettuale, una riflessione intima dell’artista sul suo ruolo e sul “fare pittura”, che si distacca completamente dai condizionamenti della realtà; il gesto della mano è mediato dalla cultura personale e da una auto-riflessione sul concetto
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