di Neurobiologia al Dipartimento di zoologia della Washington University. Era sicura di rimanere negli Stati Uniti solo per pochi mesi, ma, quella che doveva essere solo una breve permanenza, si trasformò in un soggiorno trentennale: fino al 1977, infatti, Rita Levi-Montalcini rimase negli USA dove realizzò degli esperimenti importanti che la condussero, nel 1951-1952, durante la sperimentazione di un trapianto di tumore di topo sul sistema nervoso dell’embrione di un pulcino, alla scoperta del fattore di crescita nervoso, una proteina che gioca un ruolo essenziale nella crescita e nella differenziazione delle cellule nervose sensoriali e simpatiche.
     Nel 1954, continuando gli esperimenti, la scienziata scoprì una molecola proteica, denominata poi Nerve Grow Factor (NGF), attiva sul differenziamento, il trofismo e il tropismo di determinati neuroni del sistema nervoso periferico e del cervello. Questa ricerca si rivelerà negli anni successivi di fondamentale importanza per la comprensione e lo studio del cancro e di malattie come l’Alzheimer ed il Parkinson.
     Le scoperte di Rita Levi-Montalcini misero in subbuglio l’intero mondo scientifico: fino ad allora, si pensava al sistema nervoso come se fosse statico e rigidamente programmato dai geni, invece lei dimostrò che alcune cellule sono


stimolate dall’organo di cui ne regolano l’attività, pertanto, una maggior richiesta è in grado di modificare in senso ipertrofico le cellule di questo sistema. Proprio per questa sua sensazionale scoperta, nel 1986, Rita Levi-Montalcini ricevette, insieme al suo studente biochimico Stanley Cohen, il premio Nobel per la medicina, con la seguente motivazione: “La scoperta del NGF all’inizio degli anni
cinquanta è un esempio affascinante di come un osservatore acuto possa estrarre ipotesi valide da un apparente caos. In precedenza nessuno aveva idea di quali processi intervenissero nella corretta innervazione degli organi e dei tessuti.” Questo prestigioso premio, però, fu oggetto di contestazione nel 1994, a seguito delle dichiarazioni di Duilio Poggiolini, il quale insinuò che il premio fosse stato alla scienziata elargito a seguito dei 14 miliardi di lire versati
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