ottenuto vari riconoscimenti tra i quali esclusiva streaming integrale sul sito de La Repubblica XL e l’appellativo di “album del giorno” sul sito di RockIt.
     Stefano Gipponi – voce, chitarra
     Matteo Lodetti – basso, armonica
     Enrico Brugali – batteria, percussioni, elettronica
     Giuseppe Falco – chitarra, banjo, elettronica

     “Le Capre a Sonagli”, come nasce il vostro nome?
     (Matteo) “Il nome ‘Le Capre a Sonagli’ nasce in una nottata un po' bizzarra, in cui eravamo un po' brilli, ma anche non troppo, ed è uscito questo nome insieme ad altri che viceversa erano assai bizzarri. Nei giorni successivi questo è il nome che è rimasto e che ci ha inseguito e qui c'è lo scoop! Non siamo stati noi a scegliere il nome, ma è il nome che ha scelto noi!”
     Come definireste il vostro genere musicale?
     (Enrico) “Il nostro genere musicale è influenzato su vari fronti: la base è sicuramente un'anima grezza contaminata da musica folk, piuttosto che da musica stoner, e il tutto viene miscelato e riportato poi ad essere interpretato in maniera più personalizzata da noi.”
     Come nascono i vostri pezzi?
     (Stefano) “I nostri pezzi nascono da idee che sviluppiamo tra di noi nella nostra saletta, si porta un'idea, una struttura di brano ed insieme poi la si arrangia e molto spesso si giunge ad una soluzione finale che è il brano stesso.”
     (Matteo) “In realtà, Stefano è modesto! Generalmente l'idea nasce da lui, soprattutto la base melodica, poi la ‘genialità’ viene da noi, soprattutto da me!”
     (Stefano) “I nostri pezzi sono tutti in italiano, a parte qualche pezzo iniziale interpretato in inglese, che verrà presto tradotto in italiano.”
     Il vostro ultimo lavoro, “SAdiCAPRA”, ha ottenuto da subito i favori della critica a livello nazionale, più stimolo o più responsabilità per il futuro?
     (Giuseppe) “Qui è necessario fare la conta, perché per alcuni è uno stimolo, mentre per altri è una responsabilità. Per me rappresenta sicuramente uno stimolo, perché penso che questo sia il massimo che potevamo produrre con gli strumenti e le competenze che abbiamo messo insieme e con l'esperienza maturata fino ad oggi. La critica aiuta e non aiuta, però è sempre una sfida, l'obbiettivo è quello di fare sempre piccoli passi in avanti, quindi può essere una sfida, una responsabilità, uno stimolo, noi vogliamo solo fare musica e farla bene, poi vedremo cosa succederà.”

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