Sud Africa, nel letto del lago asciutto di Pan Hakskkeen, nella provincia del Capo Settentrionale del Sudafrica, nei pressi del confine con la Namibia e Botswana, per una lunghezza di 19,2 chilometri, sì, quando sarà pronta, perché mica è lì che aspetta Green con il suo Bloodhound. Si tratta di fango cotto, pianeggiante, ma ricco di sassi, non del tutto piccoli, quindi, per realizzare la pista, oltre agli interventi tipici da impresa edile, con macchinari classici, è necessario rimuovere a mano il pietrisco più piccolo e per fare questo è stato dato del lavoro a trecento abitanti della zona. Un gran lavoro in quanto si tratta di 24 milioni di metri quadrati.
     Il progetto Bloodhound SSC (SuperSonic Car) non è nato ieri. Noi ne parliamo questo mese in quanto il 2013 è l’anno in cui la pista sarà pronta ed il Bloodhound si lancerà, con Green a bordo, nell’impresa.
     Noi adoriamo effettuare i test drive, ma questo… ma, non saprei dire, per fortuna che è virtuale, non credo che mi troverei a mio agio dentro un’automobile dalla forma di un razzo lunga tredici metri (12,8 m per la precisione). Certo, a vederla lì, bella lucida, blu tendente al rosso con inserti in giallo, in netto contrasto con la terra e le colline color terra di Siena, ti viene anche voglia di salirvi, ma se si pensa di correrci alla velocità doppia di quella da crociera di un Boeing o un Airbus, credo sia meglio immaginare a come sarebbe, non farlo veramente. In gioco c’è la cosa più preziosa che abbiamo tutti, la vita.
     Se avesse le ali, il Bloodhound potrebbe volare. Un accenno di ali le ha, l’aerodinamica è curata all’estremo, tutto il progetto Bloodhound è curato maniacalmente dal suo team, non potrebbe essere diversamente, ma le simulazioni sono da aeronautica, non da automobilismo, sebbene il Bloodhound si muova su ruote di alluminio dal diametro di quasi un metro ed un peso di 100 kg ciascuna. Perché non degli pneumatici? In quanto delle normali gomme si distruggerebbero una volta superata la velocità di 725 km/h.
     Il nostro test inizia con l’accensione del primo dei tre motori a bordo: il jet di un Typhoon. Non a caso Green è un pilota della Royal Air Force e noi seguiamo i suoi consigli via microfono. Il motore a reazione da 9.000 chilogrammi deve raggiungere una certa temperatura prima di poter spingere il Bloodhound a muovere i primi passi sulla pista bruciata dal sole, esattamente come un caccia prima di decollare. Nel nostro caso non è necessario effettuare una partenza da 4g in stile Top Gun sulle portaerei con gli F 14 Tomcat, possiamo muoverci con gentilezza, che equivale comunque alla brutalità di una Bugatti Veyron.

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