Chi ci segue da sempre sa che noi amiamo le auto sportive. È una brutta malattia, soprattutto perché la sportività coincide sovente con dei costi non alla portata di tutti per soddisfarla, senza contare che non è detto che possa bastare a soddisfare la sete di prestazioni. Detto questo, esistono anche altre categorie di vetture, le quali, senza cadere nel banale della classica utilitaria che tutte le riviste specializzate hanno testato, meritano un approfondimento. È il caso della nostra prova su strada di questo mese dello Uaz Pick-up.
Per capire e giudicare questo mezzo è necessario dimenticare tutto ciò che sappiamo sulle auto, dobbiamo cancellare tutte le nostre aspettative europeiste sulle automobili, in quanto lo Uaz è abbastanza fuori dagli schemi europei, infatti non è stato concepito per l’Europa, è stato progettato e viene costruito per la Russia, ovvero per un Paese crudo, aspro, freddo per la maggior parte dell’anno, con temperature normalmente a 40° sotto allo zero. Ecco, lo Uaz è così che va preso, inserito nel contesto per il quale è stato concepito.
Questa prova su strada è nata dal fatto che il mio vicino di casa, Pietro, è passato da un’Opel Astra Station Wagon ormai vecchiotta al Pick-up, un suo sogno da sempre. Infatti, un giorno, a sorpresa, l’ho visto tornare a casa con questo bestione grigio chiaro tutto sorridente.
Dopo la sua orgogliosa presentazione del veicolo non ho certo perso tempo e gli ho proposto un test drive. Alla sua domanda “va bene, mi piace, ma… dove lo facciamo?” Ho risposto, senza esitazione, che con un Pick-up si deve andare sul Monte Penice a fare un pic-nic, che altro puoi fare di più divertente?
Si parte una domenica mattina con le relative consorti. Che comodità il cassone; abituati a dover calcolare come stipare nel baule di un’auto comune le sedie, il tavolo e poi tutto il cibo nel classico frigo-bar, con il Pick-up si “sbatte” tutto dietro e via! Nel frattempo vediamo un po’ che cosa ha da offrirci questo 4x4 russo.
Pietro sostiene che dentro è un po’ spartano, noi, onestamente non siamo molto d’accordo con lui. Bene inteso che non ci si può aspettare un veicolo con un interno in stile Ford, Nissan o Volkswagen, giusto per citare alcune marche, quindi con un cruscotto dal design europeo, funzionale e realizzato con plastiche di qualità, si potrebbe cadere nel pregiudizio dell’economico a tutti i costi pensando allo Uaz, invece troviamo che complessivamente gli interni sono pensati per essere razionali, pratici, “da lavoro”, e sono realizzati con plastiche di media qualità. Insomma, potevano anche fare di peggio considerato che lo Uaz costa molto meno della concorrenza europea e americana.
Verrebbe da dire “se badi al sodo questo pick-up fa per te?” Sì, perché è un mezzo veramente da strapazzo. Partiamo dalle dimensioni: 5,15 metri di lunghezza per 1,95 di larghezza, per un peso complessivo di 2175 Kg; è un bestione, non c’è che dire. Osservando lo Uaz è evidente che la carrozzeria è molto spessa e resistente, infatti, come dicevo prima, per questo mezzo non si è pensato al design o alla leggerezza, ma alla robustezza ed alla praticità. Le sospensioni, ad esempio, sono all’anteriore di tipo Mc Pherson con molla e ammortizzatore separati, al fine di ottenere una elevata escursione della ruota, a balestre al posteriore, che non è il massimo per la tenuta di strada ma sono ottime per il trasporto di carichi pesanti nel cassone.
Per portare in giro questo pick-up la Uaz ha installato un motore 4 cilindri a benzina di 2,7 litri, con 94 KW (128 cv) e 214 Nm già a 2500 g/min. Considerata la massa di oltre due tonnellate, 128 cv sono pochi per ottenere delle prestazioni accettabili, ma la coppia disponibile a basso regime rende sufficientemente piacevole guidare lo Uaz. Il nostro Pietro, inoltre, ha optato per la versione a Gpl, che gli consente di abbattere i costi del carburante nonostante i consumi piuttosto elevati, non male di questi tempi. Così, il nostro bestione grigio ha un serbatoio a benzina di 72 litri, con doppio bocchettone di accesso, uno per lato, ed uno per il Gpl di 77 litri.
Prima tappa della nostra gita è Borgonovo Valtidone, dove scattiamo delle foto dell’esterno. Potrà apparire strano ma lo Uaz possiede delle qualità che i pick-up europei non hanno: tanto per cominciare il cassone non è direttamente collegato alla cabina, consentendo così una diminuzione delle vibrazioni; inoltre, i posti dietro sono molto comodi, c’è tanto spazio per le gambe. I concorrenti sono tutti più piccoli nella zona posteriore.
Nel primo tratto di strada mi sono preoccupato di acquisire confidenza con i comandi del Pick-up, ora è giunto il momento di testare il confort e la tenuta di strada nel caso si abbia diciamo un tantino di fretta, ma prima vogliamo provare la differenza di comportamento del motore passando all’alimentazione a benzina (avevate dubbi sul fatto che, con quello che costa la benzina, ci siamo mossi solo con Gpl fino ad ora?). Ebbene, nella modalità a benzina si percepisce una maggiore brillantezza, per lo più è migliorato l’allungo delle marce e la risposta all’acceleratore, tuttavia ci piace di più nella modalità a Gpl, in quanto la sensazione è quella di una maggior coppia a basso regime.
Passiamo al confort. Non si può pretendere, purtroppo; con delle sospensioni ad ampia escursione e un tantino rigide per garantire un minimo di tenuta di strada e degli pneumatici 235/70 su cerchi da 16 pollici, il confort è poco percepibile, soprattutto le nostre compagne sedute dietro lamentano di essere troppo sballottate. Figuriamoci nella guida sportiva: la tenuta di strada è sufficiente, ma bisogna continuamente correggere la traiettoria per tenerlo in linea con la curva. Pensare di mettere le ruote dove vuoi tu è una utopia visto che anche in rettilineo, già a 100 Km/h, lo Uaz non va dritto, si deve continuamente correggere con il volante.
Appena superato Bobbio inizia la salita per il Passo del Penice; per noi è il momento di inserire la trazione integrale e… sorpresa, la tenuta di strada appare migliorata, soprattutto in uscita di curva accelerando appena dopo il punto di corda.
Poco prima del passo, uno spiazzo ombreggiato ci invita a fermarci per il nostro pic-nic. È facile scaricare dal cassone, semplice quanto il nostro pranzo, a base di panini con salumi nostrani ed insalata di riso.
Chiacchierando il tempo vola; dobbiamo avviarci per il ritorno in quanto il nostro test drive non è ancora finito. Infatti, dobbiamo affrontare la discesa del Passo del Penice e testare i freni. La domanda è la seguente: i freni saranno all’altezza per un veicolo di oltre 2 tonnellate? Direi assolutamente sì. Ho messo sotto torchio lo Uaz con il rischio di far rimettere il pranzo alle nostre compagne e non ho riscontrato affaticamento, la frenata è rimasta invariata ed il pedale ha mantenuto la medesima modulabilità e durezza. Onestamente non me l’aspettavo.
Per il ritorno abbiamo programmato anche una escursione su strade non asfaltate; potevamo non provare la trazione integrale e le ridotte? Qui però il volante passa a Pietro, in quanto ha decisamente più dimestichezza con il mezzo. Ecco, questo è l’ambiente ideale per lo Uaz, l’assenza di asfalto non ha peggiorato il confort e le salite vengono affrontate, grazie alle ridotte, con disinvoltura, i cv, in questo caso, sono sufficienti per affrontare questi tipi di terreni.
Infine, tutti giù dal Pick-up, è il momento di affrontare un passaggio difficile e di scattare qualche altra foto. Fantastico, l’ampia escursione delle sospensioni consente di superare un forte dislivello mantenendo tutte le ruote a terra e con la trazione integrale nessun problema per uscirne.
Ormai non ci resta che tornare alla base… Alla fine, non avremo provato l’ebrezza della velocità, ma ci siamo divertiti ugualmente. Possiamo dire che lo Uaz Pick-up è un ottimo pick-up ed è adatto a coloro che puntano esclusivamente all’essenziale ed alla praticità, dove per essenziale si intende comunque dal condizionatore ai vetri elettrici, dalla chiusura centralizzata al cassetto refrigerato, pretendendo, giustamente, di spendere meno.

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