IL PERCHÉ DELLA SCELTA BIOLOGICA
                                              di Cristina Mascheroni

     Di questi tempi bui, con la crisi economica che bussa alla porta, la recessione dei consumi in agguato e le tasse che pesano ogni giorno sempre di più sulle nostre spalle, parlare di alimentazione biologica, soprattutto parlare del perché eventualmente fare una scelta alimentare di questo tipo, sembra quasi una barzelletta. Già, quasi tutti sappiamo che biologico è sinonimo di cibo di qualità migliore, ma, spesso, anche sinonimo di prezzi più elevati… e di questi tempi, nei quali si fatica a superare la seconda metà del mese con lo stipendio che è sempre più tirato, anche la spesa alimentare incide, e non poco, sul budget familiare. Eppure, se leggiamo qualche dato relativo al settore del biologico sempre più persone ne sono attratte e sempre di più sono quelli che fanno questo tipo di scelta, magari sacrificando qualche altra cosa, ma privilegiando una alimentazione più sana, più gustosa e salutare. Per esempio, se analizziamo i dati della “23° edizione di Biofach”, la più grande fiera internazionale del biologico, che si è tenuta lo scorso febbraio a Norimberga, patrocinata dalla IFOAM (la federazione internazionale dei movimenti per l’agricoltura biologica) e dal Bölw (l’unione tedesca degli operatori economici del settore ecologico alimentare) rimaniamo stupiti: oltre 10 mila visitatori ogni giorno hanno esplorato i 2.500 espositori provenienti da 131 Paesi di tutto il mondo. Non c’è che dire, bei numeri, ottenuti soprattutto in virtù del fatto che il tema 2012 dell’esposizione era “la sostenibilità del mondo biologico”, ovvero come conciliare una agricoltura attenta all’ambiente e alla nostra salute con un impatto sociale ed economico che si fa ogni giorno che passa sempre più gravoso.
     “Il mondo ha una crescita demografica spaventosa e, al tempo stesso, un aumento della povertà sempre più eclatante: in questo scenario così vertiginoso la scelta del biologico non deve diventare d’élite, ma rappresentare la via più naturale per un’alimentazione davvero sana, che tenga lontano le malattie e ci conservi in salute a lungo, economica e rispettosa dell’ambiente”. Questo è il pensiero che attraversa l’Europa e sintetizza la sfida che i produttori possono affrontare solo se sono sostenuti dai consumatori. Sì, perché i produttori biologici sono soggetti a talmente tanti e complessi controlli che l’esercizio della loro attività è estremamente difficoltosa… un bel controsenso se pensiamo che, invece, il cibo di qualità scadente che attraversa il Vecchio Continente, proveniente spesso dagli emergenti mercati dell’Est, sovente non viene controllato se non a campione e, dato il costo bassissimo, arriva direttamente

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