guerra. La pazienza, infatti, sembra ormai essersi esaurita e le continue dilazioni nei pagamenti, mai onorate, hanno ora trovato un muro tra le numerose piccole aziende che hanno lavorato alla Trucca e che patiscono le sofferenze dei mancati introiti, in particolar modo in un momento di profonda criticità del sistema finanziario. Il collasso per queste piccole realtà imprenditoriali è evento molto probabile se non si troverà una soluzione nel breve termine e, nella amara consapevolezza che ciò possa accadere, la LIA, l'associazione dei Liberi Imprenditori Associati, si è fatta promotrice delle istanze del mondo della piccola imprenditoria orobica, organizzando un presidio davanti al nuovo ospedale di Bergamo, che si è celebrato, pur con qualche tensione, il 5 novembre scorso e che ha posto all’attenzione dell’opinione pubblica un problema serio che potrebbe interferire con l’apertura del nuovo presidio, atteso da anni.
Alla protesta, che sembra abbia trovato larga condivisione tra tanta gente e numerosi osservatori esterni, hanno partecipato molte aziende subappaltatrici, che non hanno ricevuto alcuna garanzia di pagamento e che anzi stanno patendo gli effetti dell’ammissione al concordato della DEC.
Destinataria della protesta è stata soprattutto l'azienda ospedaliera, accusata dalla LIA di non sostenere le piccole e medie imprese della bergamasca e per questo sarebbe stato presentato un esposto alla Guardia di Finanza e alla Procura della Repubblica per una presunta violazione delle norme che regolano gli appalti. Le norme in questione avrebbero obbligato la ditta appaltatrice a consegnare all'azienda appaltante – ovvero i Riuniti – le fatture di pagamento attestanti l’esecuzione dei lavori subappaltati. Nonostante ciò, i Riuniti, secondo le contestazioni della LIA, non avrebbero atteso all'obbligo di vigilare su questo fronte, continuando a pagare i diversi stati di avanzamento dei lavori alla ditta appaltante, senza accertarsi che le pendenze con le ditte subappaltatrici venissero regolarmente saldate.
Il risultato di questa anomalia colposamente voluta (fino ad effettivo accertamento delle responsabilità) è che decine di piccole aziende si ritrovano ora sull’orlo del fallimento per non aver riscosso le proprie somme da parte della DEC, alla quale l’Ospedale ha invece corrisposto il dovuto. Proprio per questo motivo è stata vanificata la possibilità della cessione del credito, ipotesi prima percorsa da imprenditori e ospedale, ma poi abbandonata perché la somma è stata interamente versata alla DEC.
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