DALL'EUROPA UNA NORMA PER DARE LIBERTÀ ALLE GALLINE
                                              di Cristina Mascheroni

     Galline finalmente libere… e non solo metaforicamente! È quanto promette una direttiva europea entrata in vigore nel nostro Paese dal 1 gennaio 2012. Anche se secondo la cultura popolare la gallina non è un animale intelligente è comunque vietato farla soffrire (come per tutti gli animali): è quanto ribadisce la direttiva UE 74/1999, che si impegna a migliorare le condizioni di vita di questi animali fino ad oggi allevati in gabbia negli impianti in batteria. In tutta Europa, oltre il 90% delle uova prodotte (circa 7 milioni di tonnellate) proviene proprio da questi allevamenti intensivi di tipo industriale, fondamentalmente per due ragioni: la prima, puramente economica, è rendere l’uovo, alimento straordinario, accessibile a tutti a prezzi contenuti (solo in Italia si consumano 12,5 miliardi di uova all’anno), la seconda è di tipo igienico, in quanto, nelle intenzioni degli allevatori, questo tipo di allevamento garantisce elevati requisiti di controllo e sicurezza alimentare. Purtroppo, come abbiamo appreso da molte denunce sollevate dalla stampa e dalla TV, non è proprio così, anzi, gli allevamenti in batteria assomigliano a veri e propri inferni danteschi per gli animali e tutti i requisiti di controllo, sicurezza alimentare ed igiene per gli animali e per la tutela del prodotto finito spesso vengono ignorati dai produttori.
     Questo tipo di vita nelle gabbie di una batteria impedisce alle galline i più elementari comportamenti etologici. Esse non possono tenere comportamenti naturali quali aprire le ali, razzolare in cerca di cibo, fare bagni di terra, appollaiarsi e deporre le uova in un nido. Inoltre, il pavimento in fil di ferro delle gabbie provoca dolore e lacerazioni alle zampe, mentre la mancanza di spazio e la vicinanza forzata con altri pennuti crea loro un grandissimo stress, fino a farle impazzire. Questo provoca comportamenti aggressivi nell’animale verso i suoi simili, tant’è che gli allevatori usano tagliare il becco alla gallina per evitare fenomeni di aggressione e cannibalismo. A questo scenario di per sé già inquietante si aggiunge anche il fatto che, come documentato da molti video TV, spesso gli animali morti vengono lasciati giacere per giorni nelle gabbie, insieme ai pennuti vivi… che ne è allora dei tanto millantati criteri di “igiene” usati dagli allevatori per giustificare questo tipo di allevamento?
     Per mettere fine a questo scempio, l’Europa ha deciso di conciliare le necessità industriali di produzione delle uova con un trattamento “più umano” degli animali, ma l’applicazione della direttiva procede a rilento. Proprio di recente è stato lanciato l’allarme a Bruxelles, durante una riunione dei Ministri

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