Al me ardàa giò prope a me
     E me ga ardàe sö a Lu
         E sentie pròpe de üliga be.
         Adès a so dientàt grant

         Ma me regòrde amò de quando sère picinì
         E ‘l ma rincrès, ‘l ma rincrès tant
         De ès mia ala me ca a spicià ‘ Bambì..


Albero di Natale del 1907


     Sul filo dei ricordi un po’ di nostalgia per le cose semplici di una volta
     [di G.B.Antonini]

Quando ero piccolino, aspettavo con ansia che nascesse il Bambino.
Intorno alla tavola, intanto che ardeva il fuoco, giocavano a tombola, e io, poverino, dovevo andare a letto a dormire.
Ma volevo stare in piedi fino a mezzanotte e sfidavo la pazienza di mio padre che mi mandava a letto con due sberle.
Mi portava in camera la mia zia, una zitella ancora alla buona che mi faceva dire una sfilza di Gloria e Avemarie.
La mattina sull’altare, c’era il Bambino fresco come una rosa, che rideva buttato giù sulla paglia che luccicava nel cestino.
Mi guardava giù, e io guardavo su a Lui e sentivo proprio di volerGli bene.
Adesso son diventato grande, ma mi ricordo ancora di quando ero piccolino e mi rincresce, mi rincresce tanto di non essere alla mia casa ad aspettare il Bambino.

     Il contributo che sto per mandare al Direttore uscirà con il numero di dicembre e mi sento in dovere di approfittare della ricorrenza del Natale per un augurio sincero e cordiale a tutti i lettori di Infobergamo.it ed allo staff: in effetti gli scorsi anni non sono stato molto attento a questo disguido di consegna-edizione e mi sono accorto quando ormai avevo la scadenza per l’uscita di gennaio…
                                                                       gaudens@live.it

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