Cerco di tradurre le ansie del popolo ben riassunte in una intervista di un TG: “…più che ai regali penso al mese prossimo: bollette, assicurazioni, affitto… e probabile cassa integrazione…”, ma anche la rabbia che serpeggia nelle immagini degli strusci nei luoghi del lusso, dove i negozi sono ben frequentati e i saldi non si vedono.
     Quando parlo con le persone che mi circondano i discorsi non sono certo sul Natale, ma sono permeati da preoccupazioni e dubbi, nonché da rabbia contro le varie caste che difficilmente risentiranno della stretta economica e dei tagli.
     Riflettendo sulla mia ormai datata (purtroppo, ma in questi frangenti fortunata) vita sono assalito dai ricordi di tradizioni e momenti particolarmente “forti”: la Santa Lucia povera con una mela rossa, un mandarino, degli zuccherini e qualche nocciolina; la preghiera del rosario in famiglia sotto la guida della nonna che riempiva di improperi chi disturbava; la preparazione del Presepio; ma anche i ritrovi nei cortili delle cascine d’estate a “sfogliare” il mais o nei saloni riscaldati da un camino d’inverno.
     La gente era povera - basti pensare al film di Olmi “L’albero degli zoccoli” - ma si voleva molto più bene di oggi ed il fatto che i ricchi fossero quei pochi “nati con la camicia” faceva sentire meno invidiosi e più solidali. Chissà se il benessere ci ha reso la vita migliore davvero!
     Sinceramente quelli della mia età hanno vissuto un graduale e sempre in crescita benessere e, quando parlo con i miei coetanei, sottolineiamo che il vero problema sarà per i nostri figli e nipoti, che probabilmente dovranno adattarsi al peggio (e non è facile).
     Meno male che tra poco finirà questo anno che, pur non essendo stato bisestile (bissextus, funestus, dicevano i latini), ci ha infastiditi non poco; e il prossimo sarà pure bisestile davvero, per i superstiziosi…
     Quando queste mie righe verranno pubblicate il Santo Natale (per diversi motivi non Vi ho potuto rivolgere i rituali auguri, che Vi porgo in ritardo) ci avrà lasciati e aspetteremo probabilmente la Befana. Chissà se nella calzetta ci sarà qualche bel regalo e se il nuovo anno sarà veramente un “Buon Anno” come ci auguriamo ogni Capodanno.
     Da credente mi affido al disegno di Dio e da letterato Vi lascio una lettura da Leopardi:

     “Dialogo di un Venditore di almanacchi e di un Passeggere”
     VENDITORE -- Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi. Bisognano, signore, almanacchi?

        pagina 02 di 04
 
 
 
 
 
Infobergamo® - www.infobergamo.it è un prodotto H.S.E. - Leggi la nostra CDD - Validazione XHTML - CSS
Autorizzazione Tribunale di Milano n.256 del 13 aprile 2004. Vietata la riproduzione e la riproposizione non autorizzate di testi ed immagini.