Purtroppo Grillo e sodali sono i primi a non avere coscienza della complessità dell’azione di governo e delle soluzioni concrete per affrontare i gravi problemi che assillano la nazione blindata dalla crisi e dai diktat di Bruxelles. Che l’imperativo categorico sia quello di allontanare i politici corrotti può essere un proclama anche condivisibile, tuttavia, portare al potere centrale persone integerrime ma vulnerabili politicamente e sulle quali Grillo si propone anche di esercitare il comando strategico forse è un progetto non vincente.
     Sarà comunque interessante valutare l’impatto che il movimento di Grillo, qualora traducesse in dato reale il vasto e potenziale consenso elettorale che gli viene attribuito, potrebbe avere nello scenario parlamentare e nel dialogo con le altre forze di partito. Se già Di Pietro e Bossi sono stati capaci di entrare in Parlamento ponendosi come suggeritori di modi inediti di fare politica, sarà curioso assistere alle reprimende dei grillini in sede di discussione di disegni di legge e di adozione di politiche di bilancio e di contenimento della spesa pubblica. Il rischio reale, a giudicare dall’enfasi grillesca, è che il movimento possa trasformare le aule parlamentari in una sorta di Colosseo in chiave moderna ove saranno destinati ad affrontarsi cruentamente due mondi antitetici di intendere la politica.

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