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INTERVISTA ALLA SCRITTRICE SONIA SCARPANTE
                                              di Antonella Fasolato

     “Non aver paura, conoscersi per curarsi”: questo è il titolo dell’ultimo libro della scrittrice Sonia Scarpante (Milano, 1958), laureata in Architettura, la quale ha sperimentato sulla propria pelle il dolore e la sofferenza della malattia oncologica, un tumore al seno e da questa sofferenza ha tratto la forza di rinascere, combattere la malattia e soprattutto il desiderio di aiutare tante altre donne che stanno vivendo lo stesso dolore. Di questa drammatica esperienza ha fatto una vera e propria missione: comunicare a coloro che incontra che il male è qualcosa che possiamo combattere e vincere, soprattutto quando facciamo verità dentro noi stessi; scopriamo come.
     Come è iniziato questo suo percorso biografico?
     “È nato esattamente tredici anni fa. La tipica crisi matrimoniale mi ha messa a dura prova e non ho avuto forze necessarie per contrastarla, sono stati sufficienti solo sei mesi per la diagnosi infausta: tumore al seno. Due giorni dopo l’intervento con ancora il drenaggio attaccato al mio corpo ho sentito l’urgente bisogno, a tratti impellente, di ripercorrere la mia vita nelle fasi che la costituiscono: l’infanzia, l’adolescenza e la maturità. Ne è nato un percorso di forte valenza terapeutica in cui mi sono rivista anche nei dolori che mi sono appartenuti.”
     “Parlo sempre di scrittura terapeutica ai convegni perché attraverso la scrittura possiamo riuscire a sciogliere dei nodi interiori, a sanare le affettività malate e a risolvere anche alcuni sensi di colpa che ingabbiano le nostre potenzialità. È nato così il mio primo libro autobiografico: ‘Lettere ad un interlocutore reale. Il mio senso’, testo che utilizzo anche per i miei corsi di scrittura terapeutica. Attraverso questo strumento setaccio l’interiorità spogliandomi ed entrando in un percorso introspettivo di grande potere rigenerativo non solo per me ma anche per chi partecipa ai corsi. Nel saggio ‘Non aver paura, conoscersi per curarsi’, testo che nasce dieci anni dopo l’autobiografia, vengono elencati quelli che sono gli strumenti terapeutici che ci possono aiutare nel percorso di cura. Perché sempre più abbiamo bisogno di avvicinarci al paziente non solo risolvendo il lato biologico della sua malattia, ma cercando di entrare nella sua biografia, perché da quella storia e da quel vissuto possiamo imparare molto anche per risolvere la sua sofferenza.”
     Ci parli dei corsi di scrittura autobiografica.
     “I corsi di scrittura autobiografica nascono tre anni fa dopo un lavoro intenso sulla propria interiorità. Mi occupo di questi corsi di scrittura terapeutica all’interno della Fondazione Giancarlo Quarta Onlus , nel Centro Culturale San Fedele dei Gesuiti, a Milano, e in altri Enti che ci contattano per promuovere il progetto. Il metodo è basato sull’ approfondimento della propria storia mettendo in luce le fragilità esistenziali e le fatiche che appartengono ad ognuno di noi. Sono in genere gruppi di un massimo di otto, dieci persone, che lavorano insieme per circa tre ore, sono incontri settimanali che si sviluppano nell’arco di un mese lasciando poi un intervallo di riflessione e di stesura autobiografica.”
     Per partecipare a questi corsi a chi bisogna rivolgersi?
     “Agli Enti competenti come la Fondazione Giancarlo Quarta Onlus o al Centro Culturale San Fedele di Milano oppure contattandomi entrando nel mio sito internet: www.soniascarpante.it.”
     Sappiamo che sta per uscire un suo nuovo libro, ci può anticipare qualcosa?
     “Proprio fra qualche mese pubblicherò un libro a cui tengo molto, sempre con la casa Editrice San Paolo, il titolo di questo libro è ‘Storia di Maura’. La testimonianza di questa amica ci insegna molto sul senso e sul valore di una vita spesa nell’approfondimento della propria psiche. Dopo l’incontro con la malattia, Maura troverà il coraggio di ripercorrere per intero la sua vita svelando il trauma che tanto la segnò interiormente. Con grande coraggio si preparerà alla sua finitudine riuscendo a scrivere la sua storia e riconciliandosi con le figure affettive a cui non era riuscita a dire.”
     Cosa si sente di dire alle donne che si trovano nella stessa situazione che ha vissuto lei?
     “È importante che le donne prendano in mano la propria vita cercando di essere autentiche e coerenti. Nella sofferenza devono imparare a guardare positivamente il cambiamento. Perché la malattia, la sofferenza pongono spesso nuovi interrogativi e la persona non deve temere di andare incontro ad un cambiamento che può rivelare le sue grandi potenzialità. Come non bisogna temere il giudizio anche di chi più ci ama in questo percorso della conoscenza. La forza delle donne risiede proprio in quell’educazione sentimentale di cui noi siamo custodi dirette e di cui ci occupiamo da millenni nella storia.”

 

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