città più indicata per raggiungere questo scopo. Ha creduto anche che scegliere un luminare fosse la scelta più saggia; quest’ultima affermazione è vera per metà. Non fermatevi al primo parere del primo medico, la vita non ha prezzo, spendete qualche soldo in più e ascoltate più pareri. La patologia di Anna è piuttosto rara in Italia, si parla di 1370 casi diagnosticati nel 2010. In Francia e in Germania, non ha mai capito il perché, tale malattia è ben più diffusa. Questo ha significato che nei tre istituti milanesi da lei interpellati i casi per ognuno non hanno superato le 20 persone, troppo pochi per avere la certezza di un percorso terapeutico ottimale. Se Anna avesse avuto un tumore al seno, estremamente diffuso, si sarebbe potuta fare meno scrupoli nella scelta del medico. Per inciso, non è che i primi medici da lei interpellati non l’avrebbero curata, solo che le hanno proposto un percorso terapeutico standard, ovvero quello che applicano ai tipi di cancro più diffusi. In sostanza, tutti le hanno proposto l’asportazione del male primario in primis, successivamente la chemioterapia. Fosse solo questo… la chemioterapia non è uguale per tutti, ogni patologia ha il proprio protocollo, quindi è meglio andare in un centro specializzato se non si vuole sperare che il medico curante, da buon professionista, cerchi il protocollo adatto, anzi, diciamo ufficiale, ovvero quello che nel mondo ha dato i migliori risultati. Per capirci, tutti ci possono curare, ma quello specializzato, quello che ha curato più malati dello spesso tipo, è sicuramente quello più preparato. È un po’ come il meccanico. Per cambiare l’olio all’auto basta togliere il tappo della coppa ed attendere che il liquido esausto esca dal serbatoio, ma il bravo meccanico toglierà anche il tappo superiore da dove si versa l’olio nuovo, perché l’ingresso dell’aria aiuta la completa evacuazione del liquido esaurito. In entrambi i casi il liquido verrà sostituito, ma in uno di essi il lavoro non sarà ad hoc.
Vi ricordate del grossolano errore accennato prima? Ho scritto che ad Anna è accaduto. Sì, praticamente Anna si è trovata di fronte un medico alle prime armi, che non ha visionato nemmeno la sua TAC; onestamente, l’impressione che la dottoressa diede fu quella che nemmeno sapesse di che cosa stesse parlando. Ha azzardato, senza analizzare un solo dato, ma basandosi sulla storia terapeutica descritta da Anna, che fosse un feocromocitoma (un tumore raro che colpisce l’interno della ghiandola surrenalica): “quasi sicuramente si tratta di un feocromocitoma e va subito asportato,” disse, “dovete immediatamente prendere appuntamento con il nostro chirurgo,” ma Anna, perplessa, le ha chiesto “per quanto riguarda la parte endocrinologica?” “Non è importante adesso, quella la vediamo dopo,” ha risposto. Chiaramente Anna non ha più messo piede in