L’ITALIA IN DEFAULT. COME USCIAMO DAI GUAI?
                                     di Omar Gabbiadini - Consulente Tributario

     Anche quest’anno siamo alla stesura dell’ultimo articolo dell’annata e la tradizione vuole lo scambio degli auguri natalizi e la progettazione nei nuovi propositi, ma come ogni anno il periodo è propenso alla solita polemica fiscale.
     Alla luce dei diversi articoli scritti nei mesi precedenti la situazione non è sicuramente fra le più positive e nonostante le dimissioni del premier Berlusconi (accusato di tutti i mali dell’umanità) l’Italia è ancora in default. Che cosa fare? La speculazione internazionale attacca i paesi dell’Euro e non solo. L’America aumenta il debito pubblico con una legge rischiando la bancarotta; la Grecia salta e l’Italia è attaccata su ogni fronte. Si, dal fronte confini, con il saccheggio da parte dei profughi, e sui restanti versanti da un pessimismo internazionale.
     E via in piazza tutte le categorie… Nessuno è contento, ma si sa, quando servono i soldi i sacrifici vanno fatti! Questa è stata la giustificazione. Nel frattempo però aumentano le indennità dei parlamentari e l’incremento dei Ministeri con tutto ciò che ne consegue.
     Servono soldi e allora aumentiamo l’Iva, superbollo sulle auto e introduciamo la patrimoniale. Forse era meglio un bunga bunga. Saremmo stati sicuramente tutti più contenti o almeno consapevoli di cosa avremmo trovato…
     Eppure la politica di questi ultimi anni è stata orientata ad una lotta contro l’uomo, non contro un ideale. Eppure i problemi della povera gente sono sempre stati scavalcati da auto blu alla partita di calcio, da indennizzi remunerativi, da agevolazioni assurde. La Casta mangia e il popolo sgobba. Eppure né destra né sinistra né centro hanno votato un emendamento per ridurre sostanzialmente “sto” marciume.
     Bene, allora chiediamo le dimissioni, che dopo un tira e molla arrivano, con la giustificazione che mancava la fiducia e che i mercati non gradivano più il Presidente. Sono abbastanza giovane, ma non mi ricordo tante nazioni che chiedono le dimissioni di un Presidente del Consiglio per far alzare le Borse.
     Arriva quindi un governo tecnico che ottiene la piena fiducia al fine di approvare un incremento di tasse e imposte. Almeno ora un capro espiatorio esiste.
     Va bene, dai, almeno consoliamoci con i pochi soldi rimasti da spendere per i regali natalizi scrivendo la letterina a Gesù bambino per farci trovare pace e serenità.
     Buone feste e arrivederci all’anno prossimo.

 
 
 
 
 
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Berlusconi, Bunga bunga, Storia, Politica, Fiscale, Auguri, 2011