AUTUNNO CALDO
                                              di Gaudenzio Rovaris

     I principali titoli dei media sono stati in questo periodo dedicati ai disordini sociali, alle guerre, al triste e mutevole valzer dei “tagli”: è chiaro che ormai la finanza ha preso il sopravvento sulla nostra vita, che la globalizzazione selvaggia non ha portato quei vantaggi che si predicavano, che la “vecchia” Europa sta gradatamente perdendo il suo ruolo di predominio economico di fronte all’assalto dei Paesi emergenti, che anche gli USA si trovano in grosse difficoltà.
     Le immagini dei disoccupati che assaltano le piazze di Atene e di Madrid (solo le più reclamizzate dai media…) esprimono chiaramente cosa pensi il popolo di questa situazione internazionale; ma anche l’esplosione nei Paesi arabi e le prime manifestazioni in Paesi dove la libertà è praticamente soffocata sono un sintomo di malessere, che la finanza e la globalizzazione stanno creando nel rapporto tra ricchi (sempre in minor numero e maggiore ricchezza) e poveri (sempre in maggior numero e maggiore povertà).
     L’intervista durante la trasmissione “Ballarò” del 20 settembre 2011 ad una coppia di dipendenti statali greci è l’immagine di una famiglia che, con il lavoro da dipendenti pubblici, credeva di avere raggiunto un discreto benessere: ora il licenziamento per sovrannumero del capofamiglia insegnante e la riduzione dello stipendio della moglie hanno decisamente cambiato le prospettive di vita di questi congiunti fino ad oggi sereni.
     Sono iniziate le scuole e il malcontento del personale è davanti agli occhi di tutti; i discorsi negli uffici pubblici non sono molto diversi, il numero dei bisognosi di aiuti sociali diventa sempre maggiore a fronte di mancanza di fondi nelle varie istituzioni.
     A Vicenza nei giorni scorsi si è aperta la fiera del lusso…: tanti acquirenti russi ed arabi, ma anche italiani…
     La gente, che ascolto sempre prima di mettermi al computer per il mio pezzo, si sfoga: “sono sempre gli stessi a pagare”; i libri-denuncia e le trasmissioni sulla “Casta“ dei politici sono sempre più produttivi, sia di utili sia di ascolti, ma anche di rassegnazione…
     Le prospettive peggiorano quando assistiamo al teatrino della politica ed all’incapacità di capire quale potrebbe essere il vero interesse della nazione; si cavalca la tigre, si continua a litigare, si dà l’immagine di un Paese da “repubblica delle banane”, si facilita l’assalto speculativo al nostro sistema economico. Sempre nell’intervista di cui sopra lo sfogo amaro del capofamiglia é:

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