carismatica di un Bossi troppo “romanizzato”; il popolo azzurro ha identificato il nuovo Messia in Berlusconi; il popolo viola vuole l’affermazione di un nuovo corso per la sinistra… Le elezioni amministrative hanno un po’ offuscato il verde e l’azzurro, ma anche il rosso probabilmente è stato sostituito dal viola e dall’arancione… Il referendum, che avrebbe dovuto essere una consultazione democratica, si è subito colorato di politica di parte.
     I giovani mi dicono che vorrebbero partecipare, che vorrebbero cambiare; ma, se i “nuovi” sono i D’Alema, i Veltroni, La Bindi, i Di Pietro, i Casini, i Fini o il redivivo Prodi (chissà se sarà papapile per il Quirinale), non possiamo dire che la partecipazione sia aperta ai giovani e veramente rivoluzionaria. I ragazzi amici dei miei figli mi dicono “i politici devono avere al massimo 40 anni! Cosa possono sapere delle nuove generazioni i matusalemme che occupano gli scranni del Parlamento, si cullano nei loro, enormi ed ingiustificati, privilegi, trascorrono la maggior parte del loro tempo nei salotti televisivi o della Roma decadente, si annoiano durante le sedute in aula durante le quali “navigano”, per non dire altro, e via discorrendo.
     Il Manzoni nel coro dell’atto III dell’“Adelchi” descrive il popolo lombardo entusiasta dell’arrivo dei Franchi, “[…] Li vede, e rapito d’ignoto contento,/ Con l’agile speme precorre l’evento,/ E sogna la fine del duro servir.”; ma conclude invitandolo a tornare ad essere servo “[…] Tornate alle vostre superbe ruine,/ All’opere imbelli dell’arse officine,/ Ai solchi bagnati di servo sudor.// Il forte si mesce col vinto nemico;/ Col novo signore rimane l’antico;/ L’un popolo e l’altro sul collo vi sta./ Dividono i servi, dividon gli armenti;/ Si posano insieme sui campi cruenti/ D’un volgo disperso che nome non ha”.
     Solo nel “Marzo 1821” il popolo non è più “volgo disperso” ma “[…] Una gente che libera tutta,/ O fia serva tra l’Alpe ed il mare;/ Una d’arme, di lingua, d’altare,/ Di memorie, di sangue e di cor. […]”
     Purtroppo, troppo spesso l’entusiasmo e la partecipazione si esauriscono subito dopo un successo elettorale; dopo le prime esperienze i nuovi amministratori vengono comunque contestati e altri cannibali sono pronti ad entrare in azione. L’alternanza è un aspetto positivo della democrazia… ma il nostro Paese ci dà veramente una visone colorata del suo popolo: sarà presto un arcobaleno con prospettive di fine temporale per i cittadini?
                                                                       gaudens@live.it

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