Ogni venerdì sera, al tramonto, Rabbi Löw chiamava il Golem e gli ordinava di aprire la bocca; lui obbediva e il rabbino lestamente gli sfilava la famosa pergamena dello “shem”. Era come togliere le pile a un robot, perché immediatamente il Golem s’irrigidiva e diveniva inerte come un pupo di legno. In tal modo il servitore di fango poteva rispettare il riposo del Sabato ebraico.
     La faccenda andò avanti così un po’ di anni senza particolari problemi, finché un venerdì sera Rabbi Löw stranamente si dimenticò del Golem e della pergamena. Vistosi solo, in piene forze e senza alcun controllo, il gigante ebbe una crisi di nervi. Nessuno sa con precisione se a dargli di volta il cervello sia stata la gioia per quell’insolita libertà o la rabbia del ritrovarsi all’opera nelle sacre ore del Sabato. Fatto sta che il mite fantoccio si trasformò di colpo in un mostro impazzito e alla maniera di un King-Kong sfasciò la casa, uscì nelle strade del ghetto e cominciò a distruggere con furia demente ogni cosa che gli capitasse davanti. Gli ebrei terrorizzati corsero in sinagoga a chiamare Rabbi Löw e il povero rabbino dovette sudare sette camicie prima di riuscire a raggiungere il Golem e a strappargli di bocca lo “shem”. Poi, per non correre altri rischi, raccolse in un sacco l’inerte materia del pupo e la nascose nella soffitta della Altneusynagoge, la Sinagoga Vecchio-Nuova di Praga.
     Questa, più o meno, è la leggenda ch’era giunta alle orecchie dell’Imperatore, che nei tempi successivi si arricchì di molti altri particolari e di notevoli varianti. Ecco il motivo vero della curiosità di Rodolfo e della sua smania di conoscere il favoloso “segreto di Rabbi Löw”.
     Che cosa si dissero dunque il rabbino di Praga e l’imperatore nel loro lungo colloquio? O meglio, che cosa disse Rabbi Löw a Rodolfo? Gli svelò il mistero della vita e della morte, l’arcano del tempo che fugge, il senso del dolore, la via dell’estasi, il potere creativo di Dio? Nessuno lo saprà mai.
     C’è chi dice che il Golem non sia altro che un simbolo della condizione umana: quando l’uomo pretende di sostituirsi a Dio, allora fatalmente si scatenerà contro di lui la potenza distruttiva del Creato (e questa sembra oggi una metafora perfetta del terribile rischio nucleare, dopo il terrore di Fukushima!). Ma c’è anche chi sogna di ritrovare la polvere del Golem nel solaio dell’antica sinagoga di Praga. Ecco perché, nonostante tutto, la magia di Praga è destinata a vivere per sempre.

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