così, con la primitiva chiesetta di Aubert, che oggi, inglobata e nascosta dagli edifici successivi, viene detta Notre-Dame-sous-Terre (Nostra Signora sotto Terra). Poi vennero le prime case del villaggio e il monastero dotato di una nuova chiesa di stile romanico (sec. XI). Quindi, tra i secoli XII e XV, la poderosa cinta di mura, l’ampliamento del villaggio, la nuova ala del monastero detta “Merveille” (Meraviglia) e il completamento degli edifici religiosi in stile gotico fiammeggiante. Infine, dopo un periodo di decadenza tra il secolo XVII e il XIX, i restauri e le aggiunte che hanno conferito al Mont-Saint-Michel il suo attuale volto fiabesco, col possente torrione neoromanico del campanile, l’altissima guglia neogotica e la statua dorata dell’arcangelo protesa verso il cielo.
     Sembra dunque una visione creata apposta per stupire, ma i suoi significati vanno ben oltre la meraviglia esteriore. Perché Mont-Saint-Michel non è soltanto un simbolo grandioso per la storia della Francia (qui i francesi respinsero nel 1425 l’assalto di un’armata inglese durante la Guerra dei Cent’Anni e proprio da Michele fu ispirata Giovanna d’Arco nell’intraprendere la sua folgorante missione guerriera). Al di là della bellezza e della gloria e perfino al di là dei suoi tesori di arte e di cultura, il sacro monte-monastero nasconde un vero e proprio segreto iniziatico di profonda natura spirituale. “Sali sino alle cime di una conversione perfetta”, aveva scritto il mistico francese Guillaume de Saint-Thierry nella sua “Lettera d’oro”, “perché a nessuno è concesso di rimanere a lungo nello stesso stato”. Ed ecco, la “Merveille” del monastero di Mont-saint-Michel è una struttura architettonica che ha il compito segreto di realizzare proprio questo imperativo.
     La “Merveille” si compone infatti di tre piani. Al primo, il più umile, sono situati il refettorio e la dispensa, riservati ai pellegrini comuni. Al secondo, la raffinata sala da pranzo per gl’ospiti di rango, fiancheggiata dallo “Scriptorium”. Al terzo, il refettorio dei monaci, comunicante con il chiostro. Tutto ciò rimandava a una nozione ben precisa: gli uomini si dividono in passionali, intellettuali e spirituali. I primi stanno in basso e si nutrono di cibo materiale. I secondi stanno a un livello intermedio e si cibano di erudizione e di scienza razionale. Gli ultimi stanno in alto e ricevono dal cielo l’invisibile “pane degli angeli” annunciato dal Vangelo. Come nella struttura della Divina Commedia, dove le tre cantiche corrispondono alle tre tappe del viaggio iniziatico verso Dio.
     Mont-Saint-Michel cambierà ancora, non l’isola, ma la struttura di accesso. La passerella che la collega alla terra ferma verrà distrutta, in quanto geologicamente devastante per l’isola stessa. Mont-Saint-Michel tornerà ad essere com’era tredici secoli fa, ne abbiamo parlato a luglio 2008.

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