l’imponente chiesa di Notre Dame, una via stretta e tortuosa discende verso Saint-Jean, indicandoci un percorso che è al tempo stesso cronologico e iniziatico. La presenza del dio Lug è occulta perché il suo tempio sorgeva proprio nel luogo dell’attuale basilica mariana. Subito al di sotto ecco le vestigia della città romana, quindi il dedalo pittoresco della Lione medievale, che sfocia sulla piazza di Saint-Jean, dove sorge la bellissima cattedrale gotica e dove ha inizio la lunga via intitolata al santo, vero asse topografico e spirituale della città, attorno al quale gravitarono nei secoli successivi al Medioevo tutti i personaggi che fecero di Lione la capitale europea dell’occultismo e della magia. Infine, al termine della rue Saint-Jean, la visione maestosa dei due fiumi, la pianura, i sontuosi palazzi della città sette-ottocentesca e sullo sfondo i grattacieli costruiti negli ultimi decenni. Tra la vetta di Notre Dame e quella del “matitone” del Crédit Lyonnais corre un arco di oltre duemila anni di storia. Dal solare dio Lug (l’oro spirituale) al profano dio Denaro, il tenebroso oro materiale.
     Se dovessimo localizzare nel tempo il fulcro della storia magica di Lione, dovremmo comunque risalire a un episodio avvenuto il 14 novembre 1305. Quel giorno, di mattina, il re di Francia Filippo il Bello pose la corona papale sul capo del nuovo pontefice romano, Clemente V. Dopo la cerimonia, che si svolse nel chiostro di Saint-Just, si formò un lungo corteo che da Saint-Just discese, lungo la ripida via del Courguillon, verso il quartiere di Saint-Jean. All’improvviso la balconata di una casa cedette e crollò trascinando con sé un brandello di muro. Filippo il Bello, a cavallo dietro il papa, si salvò per miracolo. Il fratello del papa e il duca di Bretagna furono travolti e morirono. Clemente V cadde dalla sua mula e non si ferì; nel cadere, però, perse la tiara e dalla tiara si staccò un fantastico rubino del valore di diecimila scudi, che non venne mai più ritrovato (a Lione ci sono maghi e sognatori che ancora oggi lo vanno cercando speranzosi!).
     Per intuire il significato di presagio e le oscure implicazioni di questo episodio occorre accennare ai disegni politici e religiosi che in quell’epoca si andavano delineando intorno alla figura di Filippo. Il re francese era impegnato in una lotta senza quartiere contro la potente organizzazione dei cavalieri templari. L’incoronazione di Clemente V faceva parte di quel progetto: il 14 settembre 1307 Filippo avrebbe ordinato l’arresto di tutti i templari sul territorio francese; il 13 ottobre si sarebbe impossessato della Torre del Tempio a Parigi; il 3 aprile 1308 l’ordine del Tempio sarebbe stato sciolto in un solenne concilio, dopo il forzato trasferimento di Clemente V ad Avignone, e subito dopo il Gran Maestro dei templari, Jacques de Molay, sarebbe stato bruciato vivo su un isolotto della Senna.

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