SPETTACOLARIZZAZIONE: I CASI DI AVETRANA E BREMBATE
                                  di Pierluigi Piromalli

     Assistiamo impotenti, ancora una volta, al rinnovarsi di fatti di cronaca che balzano all’attenzione dei media nazionali e locali che giornalmente raccontano, con uno zelo maniacale, fatti e misfatti di famiglie italiane coinvolte in vicende di cronaca nera. È il caso della scomparsa di Yara Gambirasio, che si accosta, in termini temporali, ai fatti di Avetrana, che hanno consacrato la supremazia dei media come strumenti accattivanti che irrompono nelle case degli italiani infondendo timori, rabbia, insicurezza e smarrimento. Tale comportamento è quello che il popolo televisivo probabilmente desidera e per questo motivo, Avetrana prima e Brembate Sopra poi, tengono un numero consistente di persone incollate alla televisione, smaniosa di proporre sempre notizie inedite sulle quali discutere e sulle quali alimentare supposizioni e costruire ipotesi come in un romanzo giallo.
     È disarmante la capacità con la quale i media sbrogliano matasse perlustrando ogni angolo della quotidianità ed è altrettanto curioso assistere alle reazioni della collettività che ora si presta al gioco della comunicazione ed ora si defila. Ma non tutti i fatti di cronaca hanno la capacità di far accendere i riflettori dell’informazione, i quali, invece, illuminano il teatro del misfatto quando scompare nel nulla una ragazzina, come tante, in un piccolo paese di provincia, che idealmente rappresenta una normalità che si trasforma, in un attimo, in clamore e sgomento. Avetrana e Brembate sono tristemente accomunate da un identico fatto, dal coinvolgimento di due ragazzine i cui destini si sono intrecciati creando paura e perplessità nelle rispettive comunità. I media sanno bene come cavalcare sentimenti, timori e morbosità del grande popolo della televisione al quale, forse, non sta tanto a cuore la sorte delle vittime quanto il poter parlare, ipotizzare scenari, trame e sinistre motivazioni.
     In questo la cittadinanza di Brembate Sopra, balzata agli onori della cronaca nazionale con il nuovo thriller nostrano, è riuscita a non farsi travolgere dallo tsunami mediatico, rimanendo a debita distanza dalle telecamere, che raccontano il susseguirsi delle indagini quotidiane. Anche il Sindaco, che subito si è sentito in dovere di prendere le distanze dai rigurgiti di razzismo all’indomani del rocambolesco arresto del ragazzo extracomunitario dapprima accusato dell’omicidio della ragazza ma poi scagionato dagli inquirenti, ha evitato di prestarsi ad un uso strumentale dei media per evitare che Brembate diventasse una nuova Avetrana a puntate, transitando dai salotti nazionali

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