Privacy. Non c’entra proprio nulla la privacy con le intercettazioni. La privacy riguarda essenzialmente la protezione dei propri dati personali. Nessuno tranne me può aprire un esito di un esame relativo al test dell’HIV. Se lo desidero, nessuno è autorizzato a sapere come procedono le mie cure ospedaliere e qual è la mia prognosi. Se voglio, ho il diritto di non comparire nell’elenco telefonico. Il mio orientamento sessuale e religioso sono dati personali che nessuno ha il diritto di conoscere e diffondere.
     Questo è il concetto basilare di privacy. Pensate che chi, invece, accetta una carica pubblica, rinuncia alla propria privacy. Così come un personaggio pubblico non politico. Il concetto di idolo, colui che viene preso come esempio di vita, si manifesta in tutte quelle figure pubbliche, come quelle politiche. Non vengono chiamati onorevoli (degni di onore) a caso. I nostri politici, fondamentalmente, possono fare tutte le “porcate” che vogliono, beh, nessuno dovrebbe farle, in verità, l’importante è che non si facciano beccare. Nel caso saranno un pessimo esempio pubblico, non saranno più degni di onore. Il Paese deve essere governato da persone degne di onore, quindi, non avere privacy è intrinseco nella carica che ricoprono, in quanto loro devono essere retti se vogliono avere in mano il destino del Paese. Se fanno gli interessi di pochi e se nessuno li coglie in flagrante, lo Stato ne risentirà a nostro scapito.
     Se avallate questi concetti, che non sono miei personali ma espressi da persone più autorevoli di me, decade immediatamente quel senso di ingiustizia che l’ex premier Silvio Berlusconi cerca di inculcare nel popolo a seguito della possibilità di essere intercettati mentre si telefona. Se si ha nulla da nascondere, qual è il problema? Se nulla di illegale è presente nella telefonata, niente può essere reso noto dalla stampa. Il fatto è che sappiamo tutti che i nostri “idoli” non sono trasparenti…
     Concludendo, premesso che le intercettazioni hanno il fine unico di contrastare l’illegalità e non di origliare i pettegolezzi dei personaggi pubblici, quanti sono i cittadini spiati? Otto milioni ha dichiarato sempre il buon Berlusconi; questa è la grande bufala per sostenere le proprie ragioni. Le oltre cento procure della Repubblica hanno sotto controllo 143.500 utenze telefoniche. L’ho scritto in numero proprio per non dare adito ad incomprensioni. Centoquarantatremilacinquecento utenze sono 143.500 SIM card, non persone, quindi, in quanto gli intercettati hanno sovente più numeri telefonici. Questi dati sono del 2010 e, udite udite, sono certificati dallo stesso Ministero della Giustizia. Come poteva Berlusconi non saperlo? L’importante è che ora lo sappiate anche voi.

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