l’autentico Islàm e la cultura laica delle democrazie occidentali. A sostegno di questa tesi fa notare che ai sette milioni di musulmani statunitensi, in gran parte benestanti, non manca nulla per sentirsi perfettamente integrati nella società americana: hanno a disposizione più di 1200 moschee per il loro culto e nessuno può impedire alle loro donne di indossare in pubblico il “hijab”. Dunque, perché la guerra e il terrore? Occidente e Islàm vogliono le stesse cose: giustizia, progresso e pace.
     Ecco, è questa la scintilla che ha disorientato il cuore degli estremisti. I fanatici del “jihad” hanno bisogno di un nemico carico di odio, che consideri l’Islàm come un culto di guerra e di oppressione. Per prosperare, non possono fare a meno dell’islamofobia occidentale. Senza “crociati” da combattere, in che modo potrebbero spingere i loro giovani al martirio? L’improvviso rovesciamento culturale promosso da Obama li disarma e li fa letteralmente impazzire. La loro forza fatalmente si disgrega.
     Al tempo stesso, i musulmani moderati, ossia la grande maggioranza, cominciano a vedere il mondo con occhi diversi. L’America, l’Europa, l’Occidente in generale non sono più né Satana, né il nemico, né un mondo totalmente lontano e diverso. Milioni di musulmani vivono e lavorano in Occidente. Bene o male, “fatalmente” si adeguano, si integrano, assorbono le idee, i comportamenti, le culture occidentali. Lo vediamo anche in Italia: i giovani musulmani delle seconde generazioni di immigrati somigliano sempre di più ai nostri ragazzi. Hanno gli stessi gusti, vogliono le stesse cose. I matrimoni misti sono sempre più frequenti. La grande rete di Internet li mette in comunicazione costante con altri milioni di musulmani, loro amici e parenti, che vivono nel Maghreb e in Medio Oriente. Ed ecco che il miracolo (assolutamente imprevisto da tutti i nostri sapientissimi politologi!) si compie: i popoli arabi scendono nelle piazze, da Tunisi al Cairo, da Bengasi a Damasco e a Sana’a, per rivendicare la democrazia e cacciare i dittatori, ma senza assolutamente appellarsi all’Islam, né tanto meno a Bin Laden e ad Al Qaeda. I dittatori arabi erano i guardiani di fantasmi che si stanno dissolvendo. La loro funzione storica è finita. Così come l’estremismo islamico si sta disgregando, benché le sue motivazioni culturali e sociali non siano ancora del tutto venute meno.
     Certo, questo processo sarà ancora lungo, sanguinoso e pieno di contraddizioni. Il fanatismo islamico tenterà ancora di rialzare la testa e i regimi oppressivi non crolleranno tutti in un colpo solo, ma la grande svolta

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