BERGAMO SEMPRE PIÚ MULTIETNICA
                                  di Pierluigi Piromalli

     Bergamo, pur nelle sue dimensioni contenute, sta sempre più assumendo la connotazione di una città multietnica grazie alla propria vocazione fortemente industriale che richiama, per necessità dei settori produttivi locali, una forza lavoro prevalentemente straniera, la quale si sta appropriando del territorio e che sta imponendo i propri modelli aggregativi.
     I recenti stravolgimenti politici che stanno investendo i Paesi nordafricani e l’esplosiva situazione egiziana che ha generato vasta eco nell’opinione pubblica mondiale saranno l’ulteriore trampolino di lancio per nuove schiere di cittadini extracomunitari che busseranno alla porta d’ingresso dell’Europa. L’isola di Lampedusa, avamposto nel Mediterraneo, sta già vivendo questa nuova massiccia fase migratoria che a breve investirà lo Stivale e probabilmente il resto d’Europa. In attesa che i Paesi attraversati da queste impetuose pulsioni popolari si affranchino da tirannie e oligarchie per troppo tempo dominanti e tollerate anche con la compiacenza delle storiche Democrazie europee e d’oltreoceano, si assiste in Italia ad una evoluzione del fenomeno che numericamente sta assumendo proporzioni significative e non più ignorabili.
     Localmente, la situazione di Bergamo va letta un po’ come il termometro di questo susseguirsi di eventi e il bacino economico fortemente produttivo non potrà far altro che continuare a generare forte attrazione per le desiderose folle straniere e, con esse, per le sacche di inevitabile criminalità che andranno ad incidere nel tessuto urbano. Già alcune zone cittadine, quali via Moroni e via Quarenghi, sono da tempo il teatro di questa trasformazione sociale che coinvolge un contesto da sempre molto attento alle proprie tradizioni e geloso della propria riservatezza. La città, comunque, sta lentamente perdendo quella matrice provinciale che ha sempre caratterizzato il cittadino orobico, identificandolo nell’operosità e nella laboriosità, e sta lasciando il posto all’avvento delle nuove realtà multietniche che, coma la Storia insegna, allargano gli orizzonti e trasformano, magari non sempre in meglio, il tessuto sociale e con esso la percezione delle comunità territoriali. via Quarenghi, per esempio, è uno spaccato folkloristico di queste poliedriche aggregazioni, anche i profumi e gli odori che costantemente si mischiano in questo piccolo microcosmo rionale contribuiscono a creare una piccola Babele incastrata nel cuore del centro storico, consegnando ai posteri quello che oltre un decennio fa era ancora un borgo ove le botteghe artigianali descrivevano una realtà legata

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