LA MONTELUNGO: PIANO DI RECUPERO, DESTINAZIONE INCERTA
                                  di Pierluigi Piromalli

     In una città che sta cambiando fisionomia grazie alla riconversione delle aree industriali dismesse e alla incessante riqualificazione di quartieri periferici che stanno sempre più acquisendo una loro precisa identità e vitalità, sono ancora visibili, da più parti, le testimonianze di una storia architettonica che racconta la Bergamo che fu. È il caso dell’ex caserma Montelungo, prospiciente il parco Suardi, struttura monolitica che riporta agli anni dell’immediato dopoguerra allorché si collocò stabilmente il reggimento fanteria “Legnano”, che ancor oggi campeggia silenziosa nelle immediate vicinanze del centro cittadino e che costituisce un vasto complesso abbandonato da oltre un decennio. La decadente cornice esterna nasconde, infatti, un cortile all’interno del quale potrebbe ben collocarsi un quartiere cittadino immerso tra due polmoni verdi – i parchi Suardi e Marenzi – e la possibilità di recuperare uno spazio così ampio è sicuramente una ipotesi suggestiva ed intrigante che richiederebbe, però, l’intervento deciso dell’Amministrazione per una ragionata riprogettazione dell’area.
     Alcune forze politiche locali hanno già promosso una campagna di informazione per sensibilizzare la cittadinanza sul futuro dell’ex presidio militare ormai fatiscente e in evidente disarmonia con il paesaggio circostante. Il contesto, che nasconde la particolarità del piazzale interno poco conosciuto alla cittadinanza, avrebbe dovuto essere valorizzato come polo culturale nell’ambito di un protocollo d’intesa sottoscritto dal Comune con l’agenzia del Demanio nel 2009, ma di quella iniziativa, come spesso accade, si è persa traccia. Archiviato, quindi, il ruolo storico del presidio grazie anche all’abolizione della leva militare obbligatoria e alla razionalizzazione e dismissione di strutture ritenute non più confacenti e funzionali all’apparato della Difesa, si pone ora il problema della futura destinazione della Montelungo. Futuro ad oggi ancora incerto, complice l’immobilismo, forzato o meno, dell’Amministrazione, che non pare aver posto la questione tra gli obiettivi prioritari dell’agenda politica.
     I ventitremila metri quadrati di superficie, collocati quasi nel cuore della città, non sono certo uno spazio da ignorare ancora per lungo tempo, tenuto conto delle numerose possibilità di riconversione che il contesto può offrire. L’edilizia residenziale e commerciale è sempre in agguato nell’annusare la possibilità di investimento, ma tale soluzione appare, allo stato attuale, la meno auspicabile considerata la grande offerta di alloggi già costruiti ed ancora invenduti nelle

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