sedie e tavolini all'aperto e non tutti potranno o vorranno realizzare i “dehors”, anche perché si rischierebbero soluzioni fotocopia poco fantasiose che inflazionerebbero la domanda. I “dehors” cittadini sono in realtà idee che partono da lontano, poiché appartengono a quella politica di rivitalizzazione della città iniziata con “le notti bianche” e proseguita con le “movide” e le manifestazioni culturali rionali, come peraltro è dimostrato dall’esperienza di tante città italiane e straniere.
     A Bergamo, l’iter per le nuove autorizzazioni alla realizzazione dei “dehors” passa dall’approvazione della Conferenza dei Servizi, i cui responsabili devono assumere decisioni attenendosi ad un regolamento comunale, mentre per le zone di particolare pregio, quali il centro cittadino e i borghi storici, il parere della Conferenza dei Servizi deve essere accompagnato da quello della Sovrintendenza ai beni culturali e da quello della Commissione comunale paesaggistica, organismi che completano così l’articolato percorso che dovrebbe fungere da garanzia per la tutela ambientale.
     È chiaro che ogni scelta è opinabile ed ogni giudizio è possibile, ma dall’Amministrazione, come sempre destinataria delle proteste della collettività, fanno sapere come sia forse ingeneroso ed eccessivo, visto il complesso iter autorizzativo, appellarsi al buon gusto per criticare nuove opere, lasciando intendere che solo il tempo consentirà di metabolizzare e magari apprezzare queste nuove idee.

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