CURNO ED IL PROGETTO “BRIANTEA NORD”
                                              di Pierluigi Piromalli

     Nella sempre più generalizzata tendenza all’acquisizione di spazi territoriali per favorire l’insediamento di aree commerciali, industriali e residenziali, Bergamo e provincia, nonostante la crisi economica abbia investito soprattutto il settore dell’edilizia, continuano ad occupare un posto in prima fila per quanto riguarda l’individuazione di superfici da sviluppare e da riqualificare. È fatto recente che anche il comune di Curno, paese ormai da considerarsi come un prolungamento della città essendo ad essa confinante, abbia deliberato il piano integrato nominato “Briantea Nord”, ovvero un massiccio intervento edilizio che interesserà una superficie di oltre 37.000 metri quadrati posta sulla trafficata arteria Briantea.
     Apparentemente tale progetto potrebbe sembrare, ad una prima sommaria valutazione, una delle tante opere che interessano la provincia orobica, ma in realtà l’intervento, che è comunque stato ridimensionato rispetto agli originari 109.000 metri cubi previsti, continuerà a conservare caratteristiche significative ed invasive, poiché prevede costruzioni per una volumetria di oltre 74.000 metri cubi, dei quali solo una minima parte sarà destinata a scopo residenziale, a fronte di una considerevole destinazione per usi commerciali, per il terziario e per i servizi.
     Oltre diecimila metri cubi saranno, invece, occupati da parcheggi funzionali e complementari all’opera e per contenere l’impatto che la costruzione, in termini volumetrici ed ambientali, genererà, si è prevista la realizzazione, forse anche per inibire eventuali rigurgiti di protesta della popolazione, di percorsi ciclopedonali, di spazi pubblici di aggregazione e di aree verdi per completare una simbiosi sempre più frequente tra cementificazione e natura.
     Le ricadute economiche in termini di oneri di urbanizzazione per il comune di Curno non saranno certo indifferenti e serviranno, come precisato dal capogruppo del Pdl, a realizzare importanti opere pubbliche a vantaggio di tutta la cittadinanza, costretta, però, a subire “l’aggressione territoriale” come merce di scambio per ottenere la fruizione di servizi subordinati alle ambizioni costruttive dei privati.
     Il motivo ispiratore che sostiene l’approvazione di questi piani realizzativi nasce, negli intendimenti della politica, dalla necessità di riqualificare e recuperare aree compromesse o dismesse senza sottrarre spazi al territorio, anche se l’opinione pubblica sarebbe curiosa di conoscere quali siano ancora le

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