molto successo: “I misteri del Chiostro napoletano”.
     Cristina Trivulzio Belgiojoso (1808-1871). Nata da Gerolamo Trivulzio e da Vittoria dei Marchesi, andò in sposa nel 1824 al principe Emilio Barbiano di Belgiojoso. Ebbe una vita assai travagliata assumendo anche atteggiamenti ritenuti scandalosi per l’epoca (sposata, lasciò il marito a causa delle sue ripetute scappatelle con altre nobildonne ed ebbe una figlia dal nuovo compagno). A seguito dell’arresto del patrigno, fu coinvolta nei movimenti popolari per la liberazione del Paese, tutti i suoi averi furono congelati dalla polizia austriaca e nei suoi confronti venne avviata una vera e propria attività di spionaggio; d’altronde le sue simpatie per le idee mazziniane e per le azioni dei Carbonari erano ben note all’epoca. Fuggì a Parigi nel 1831 dove divenne giornalista e dove sbarcò il lunario cucendo. Proprio nella Ville Lumiere diede vita ad uno dei salotti più dinamici dell’aristocrazia, un luogo dove si potevano incontrare esiliati italiani con membri della borghesia europea, oltre a musicisti del calibro di Bellini, Liszt e De Musset.
     Colpita dalle condizioni di miseria della popolazione, si dedicò anima e corpo ai problemi sociali, aprendo asili e scuole per i figli del popolo. Cristina fu anche editrice di giornali rivoluzionari nonché organizzatrice e finanziatrice dei moti ribelli, come il colpo di mano mazziniano nel regno di Sardegna, evento per realizzare il quale donò bel 30.000 lire ai rivoltosi e per il quale ricamò personalmente le bandiere degli insorti.
     Nel 1848 si trovava a Napoli e dalla città partenopea partì per partecipare alle Cinque Giornate di Milano, pagando di tasca propria anche il viaggio dei volontari che avevano deciso di seguirla nell’impresa. Lavorò giorno e notte negli ospedali durante l’assedio della città creando infermiere “laiche” e coinvolgendo ogni ceto sociale nella propria impresa, dai nobili ai borghesi, fino alle prostitute.
     Morì nel 1871, quando il suo sogno di unificare l’Italia si era avverato: nessuno dei politici d’Italia partecipò ai suoi funerali.
     Laura Solera Mantegazza (1813-1873). Insieme a Teresa Confalonieri ed Adelaide Cairoli, fu una delle donne più attive a favore del progresso intellettuale dell’Italia. Moglie giovanissima di Giovan Battista Mantegazza, durante le Cinque Giornate di Milano fu attiva nel soccorso dei feriti. Nel 1850 fondò il primo ricovero per i bambini lattanti, l’antesignano dei moderni asili nido, non solo per Milano, ma per l’Italia intera e aprì, sempre nel capoluogo meneghino, la prima scuola professionale femminile. Alla sua morte, le sue seguaci continuarono ad aprire scuole e ricoveri per ragazze povere ed indigenti.

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