femminile, questo non può che aggravare la cosa, poiché condensando riferimenti sessuali per maschi, propone alla donna una caricatura di se stessa. Il messaggio che lo stimolo verbale e visivo diffondono, così semplice e chiaro da raggiungere ogni tipo di pubblico, sia adulto sia giovanissimo, non fa che rinforzare lo stereotipo della donna-oggetto.
     La donna dunque viene insistentemente presentata dai media come corpo, oggetto atto a stimolare il desiderio di possesso sessuale maschile… e offerta come modello di femminilità non solo agli adulti, ma anche ai più giovani: ai bambini, alle bambine e agli adolescenti.
     È questo che si propone ai ragazzini che, come vediamo ogni giorno, vivono in una società confusa e contraddittoria, senza spazi privilegiati di dialogo con referenti adulti e sovraesposti ai messaggi mediatici, in particolare a quelli televisivi.
     La TV, come già dicevo in un precedente articolo (“Bambini di ieri, adolescenti oggi”) educa al di fuori di ogni controllo e i ragazzini non vedono con gli occhi degli adulti!!! I giovanissimi apprendono dalla TV: interiorizzano modelli femminili e maschili, stili di comportamento, di relazione, una visione del mondo e si formano degli ideali!!!
     Inutile continuare a negare l’emergenza; a commentare la precoce disinfantilizzazione, il linguaggio intriso di riferimenti sessuali, l’abbigliamento e gli atteggiamenti da Lolita delle preadolescenti… cominciamo invece a riconoscere il peso delle variabili che influenzano questi “osservabili”, ma soprattutto ad agire nella giusta direzione!
     La nostra è una società in piena contraddizione! Grida ai quattro venti di credere nella parità di dignità fra uomo e donna, nonché di diritti ed opportunità. Si proclama paladina nella crociata contro il mantenimento dello stereotipo della donna-oggetto in difesa della persona. Si dà a conferenze mondiali sul tema (la prossima si terrà proprio quest’anno in Venezuela) dove riconosce il potere dei Media nel promuovere valori positivi e fra gli “obiettivi strategici” pone nientemeno che la necessità di presentare un’immagine armoniosa, equilibrata, realistica della donna “addirittura attraverso i media” (vedasi Conferenza mondiale di Pechino 1995!). Poi, di fatto, nel quotidiano, perpetua, imbelle, completamente indifesa, e proprio attraverso i media, la discriminazione fra i generi, tenendo la donna ancorata all’immagine di oggetto del desiderio.
     Continuando così non riusciremo mai nemmeno ad agire sul piano della riduzione della violenza maschile contro la donna e stimoleremo comportamenti in vario modo aggressivi di possesso!
     L’uguaglianza fra i sessi non può solo essere dichiarata, riconosciuta in termini di principio, bisogna dimostrare di crederci veramente, bisogna perseguirla sul piano del fare!

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