Nel suo palmares, degno di nota, un 12 cilindri a V completamente riprogettato da 6.5 litri per 700 cavalli di potenza. Tanto basta per portare la nuova Aventador a cento all’ora partendo da fermo in 2,9 secondi e farla correre fino alla soglia dei 350 km/h. Tutto ciò è stato possibile, oltre che dalla consueta trazione integrale, anche dalla notevole riduzione di peso dovuta all’introduzione del telaio in fibra di carbonio comprendente l’intera scocca abitacolo (prima assoluta su di una Lamborghini) fermando così l’ago della bilancia a 1575 kg, veramente pochi per una supercar moderna. Ma l’Italian Style a Ginevra non era rappresentato solo dalle case automobilistiche. Le più grandi firme di carrozzeria italiana erano parimenti all’Expò con le loro novità in bella vista.
     Se da un lato troviamo una Zagato più in forma che mai con una interpretazione di Fiat 500 sportiva denominata “Coupè Zagato” con tanto di tetto a due gobbe (segno distintivo della sua matita) spinta da una evoluzione del motore Fiat Powertrain 0.9 turbo da 105 cavalli, il quale presto vedremo anche sulle versioni “normali” della stessa 500, dall’altro ecco spuntare la nuova Jaguar di Bertone, sportiva di lusso in classico stile inglese. Anche Giugiaro non è rimasto a guardare. A Ginevra c’era la sua Tex, vettura sportiva bimodale (motori a benzina ed elettrico insieme) su meccanica Volkswagen Polo, con potenza complessiva di oltre 200 cavalli. Macchie di stile “nostrano” in tutto l’esposto devono renderci orgogliosi di essere italiani.
     Orbene, se l’Italia ha dato il meglio di sé al salone, il resto del mondo non è stato certo a guardare. Cominciamo, quindi, con una delle più grandi novità in assoluto della rassegna svizzera. Dopo ben 11 anni, ecco che Horacio Pagani ci ha donato la sua nuova creatura. Cotanta magnificenza risponde al nome di Huayra, ovvero il dio del vento come viene chiamato in Sudamerica e mai un nome è stato tanto appropriato come in questo caso, visto che il nuovo bolide di Pagani è veramente un fulmine! Pensate che il suo V12 AMG biturbo è in grado di sprigionare ben 700 cavalli, sufficienti a spingere la Huayra fino a 370 all’ora. Ma la magnificenza di questo prodotto, oltre alle prestazioni intrinseche, è l’esecuzione del progetto e la manifattura. Tutto è a livelli di assoluta eccellenza, basti guardare l’accuratezza con cui è stato studiato il castello contenente i beveraggi del cambio visibili all’interno dell’abitacolo al pari del cockpit della strumentazione. Tutto questo ben di Dio fa di questa opera d’arte a quattro ruote una delle automobili più costose del mondo, ben 990.000 euro.

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Genève, Salone, Auto, Ginevra, 2011, FF, Freemont, 4C, Aventador, Tex, Huayra, FT 86 II