SCHERZI DELL’ETÀ
                                  di Giovanni Cozzi

     Chi lo avrebbe mai detto che un giorno mi sarei ritrovato davanti al computer a scrivere un articolo come questo?! È proprio vero che nella vita non bisogna stupirsi proprio di nulla!
     Se qualche anno fa mi avessero detto che un giorno la mia passione per i motori, da sempre protesa in avanti guardando al futuro e fatta unicamente di novità, prestazioni ed adrenalina, si sarebbe in parte trasformata in qualcosa che porta a guardare indietro, verso il passato con interesse, non ci avrei mai creduto. Ricordo quando, qualche tempo fa, un amico restauratore di motociclette d’epoca mi propose di acquistarne una. Mi misi a ridere rispondendogli che le anticaglie non facevano per me. “Io sono di un’altra pasta,” gli dissi, “voglio solo cose veloci che mi diano emozioni forti”.
     Ebbene, non ci crederete, ma ultimamente è più il tempo che passo con riviste di auto e moto d’epoca in mano che il resto. Intendiamoci, io sono rimasto l’eterno Peter Pan di sempre. Quello che, ogni volta, salito in sella o calatosi nell’abitacolo della propria automobile sportiva, si sente sempre un ventenne (e a volte guida anche peggio di un ventenne scapestrato), ma una parte di questo eterno ribelle sento che sta cambiando. Sarà che ho abbondantemente passato i quaranta ed i primi capelli bianchi me lo ricordano tutti i giorni o sarà semplicemente che ciò che era di moda quando avevo vent’anni oggi comincia ad essere d’epoca, fatto sta che l’attrazione verso questo mondo sconosciuto, fatto di cose perdute nei ricordi, mi prende sempre di più.
     Quindici anni fa, quando con la mia naked nuova fiammante andavo per le strade ricche di curve in cerca di adrenalina, ogni volta che incrociavo o superavo qualche motociclista in sella ad una moto d’epoca, orgoglioso e fiero mentre si faceva una tranquilla passeggiata sulla sua amata veterana, scrollavo la testa e… fuori il ginocchio, piega e manata di gas fuori dalla curva mentre dagli specchietti retrovisori vedevo allontanarsi velocemente quello che consideravo un’assurdità. Ebbene, oggi capisco cosa anima le persone che ritrovano se stessi a contatto con un oggetto del passato. Comprendo cosa possa significare per un cinquantenne avere la passione per le motociclette in voga quando era giovane e la voglia che lo spinge a possederne una.
     Lo stesso dicasi per le automobili. Se penso alla prima automobile che ho guidato, una FIAT 500 L del 1969, rosso corallo scuro, appartenuta a mia madre (ma sfiancata da me), della quale all’epoca un po’ mi vergognavo, non so adesso

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