LA CERTIFICAZIONE ENERGETICA SUL MERCATO IMMOBILIARE
                                              di Giuliano Olivati - Pres. Prov. Fiaip Bergamo

     La normativa sulla certificazione energetica degli edifici costituisce per il mercato immobiliare e per il panorama edilizio italiano una vera e propria rivoluzione culturale. Per la prima volta, infatti, viene introdotta nella valutazione degli immobili una variabile diversa da tutte quelle che eravamo abituati a considerare nell’estimo tradizionale: zona, vetustà, orientamento, stato di conservazione, qualità dell’edificio, taglio interno ecc. La casa viene considerata in questa prospettiva come una macchina che consuma energia e produce servizi, che nel loro insieme costituiscono la qualità dell’abitare, funzione fondamentale della qualità della vita. Ma l’energia oggi è preziosa, per due motivi. Il primo è che la disponibilità dei mezzi per produrla non appare protraibile indefinitamente, dato che il petrolio, principe dei carburanti, è teoricamente una risorsa limitata (anche se si continuano a sfruttare nuovi giacimenti), il nucleare non è al momento disponibile in Italia (pur con una ripresa di interesse bipartisan sulla materia) e qualsiasi altro mezzo di produzione come il carbone è comunque una risorsa fruibile dall’ambiente naturale in quantità finita. Il secondo motivo che rende l’energia preziosa è che la sua produzione genera comunque delle scorie, dall’anidride carbonica e le polveri sottili immesse nell’atmosfera per i carburanti tradizionali fino alle scorie nucleari. A loro volta le scorie generano un problema ambientale, ad esempio il Co2 provoca il surriscaldamento dell’atmosfera attraverso l’effetto serra, che a sua volta incrementa il consumo energetico per il raffrescamento degli ambienti abitativi, che si tradurrà anch’esso in ulteriori emissioni di Co2 in atmosfera, in un circolo vizioso pernicioso per l’ambiente. Per non parlare del rischio “black out”, spia della paura di un collasso generale del sistema di produzione e distribuzione dell’energia che assilla la nostra civiltà. Il tema della produzione energetica e dell’inquinamento conseguente si interseca in modo significativo con il tema dell’abitare e del costruire, in considerazione del fatto che il grosso dell’inquinamento atmosferico è imputabile proprio agli impianti di riscaldamento, mentre il fabbisogno elettrico per il raffrescamento è responsabile della psicosi da “black out”. La casa viene dunque messa sul banco degli imputati: consuma troppa energia, o meglio la spreca e la disperde, e inquina per produrre l’energia che consuma in modo indiscriminato.
     Di qui la necessità di intervenire su due fronti: rendere la casa una macchina energetica efficiente, che ottimizzi il consumo e riduca lo spreco di

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