abbia in sé un virus antidemocratico che ha schiacciato e appiattito ogni posizione avversa nel dibattito referendario.
     Se da un lato il quesito sul legittimo impedimento è stato un Referendum pro o contro Berlusconi ed era chiaro che l’antiberlusconismo si sarebbe scatenato (anche legittimamente, ci mancherebbe), non si capisce cosa avessero di “berlusconiani” gli altri tre quesiti che meritavano un dibattito pubblico aperto e pacato che chiarisse, da ambo le parti, quali fossero i costi e i benefici per la collettività delle due possibili scelte, sia che si votasse per il sì sia che si votasse per il no. In particolare, il quesito sul nucleare, giunto in un momento in cui le coscienze erano scosse per i recenti tragici avvenimenti del Giappone - che peraltro ha affermato per voce del suo ministro che mai rinuncerà al nucleare ma se mai cercherà di adottare una tecnologia migliore - è stato cavalcato in modo demagogico e unilaterale dai movimenti referendari e dai politici dell’opposizione, la quale, fiutato la debolezza del Governo, hanno picchiato duro senza concedere nessuna discussione in merito all’energia nucleare, che le future generazioni sono certo compreranno dalle numerose centrali nucleari che circondano la nostra penisola appena al di là dei confini.
     Ormai tutti i politici a destra come a sinistra sono sempre più attenti ai sondaggi e non sono più opinion maker di questo Paese; nell’affrontare i quesiti referendari, tutta la classe politica italiana, visto il vento che soffiava, si è tenuta ben coperta è ha, chi da destra ignorato e glissato sulle proprie ragioni invitando a non recarsi alle urne (errore politico enorme), chi da sinistra cancellato ogni discussione pregressa e ignorato intellettuali di area, cavalcando l’anima conservatrice e statalista del popolo italiano, il quale in fondo risiede nel nostro slogan preferito “Francia o Spagna basta che se magna”, l’importante è non rischiare mai.
     Per esempio: è possibile leggere un interessante lettera firmata da intellettuali di area Pd che la pensa (o pensava) diversamente riguardo alla ricerca sull’energia nucleare, sparita misteriosamente dal dibattito pubblico durante tutta la campagna referendaria. Va sottolineata tristemente, inoltre, la schizofrenica posizione di alcuni dei firmatari (Margherita Hack), da sempre favorevoli al nucleare, che pur di non sostenere in nessuna maniera le scelte del Governo Berlusconi si sono auto-censurati durante tutta la campagna referendaria, assumendo posizioni a proposito del nucleare molto meno chiare che in passato… ma in fondo sono italiani anche loro e la tentazione di salire sul carro dei vincitori era forte.
     Essere controcorrente non fa parte del DNA degli intellettuali italiani; gli intellettuali italiani stanno sempre dalla parte di chi esercita la vera egemonia

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