amato ancora in vita.
     “Chubbie Miller, compagna del pilota scomparso Bill Lancaster di cui non si hanno notizie da parecchie settimane, sarebbe a sua volta scomparsa mentre cercava di ritrovare l’amico” Daily Post, 23 maggio 1933.
     “Hurley, sponde del Tamigi. Una strada tranquilla, qualche scoiattolo fra i cespugli di rododendro. Una signora dai capelli bianchi, lo sguardo dolce ed osservatore. I suoi occhi lasciano trasparire una antica pena. È Chubbie Miller, pioniera del volo degli anni ’30 che fece scalpore all’epoca. Ci saluta e si allontana. La porta si richiude su una storia iniziata più di trent’anni fa.”. Daily Post, 20 febbraio 1962.
     Un libro particolare, un perfetto intreccio fra verità e leggenda, una storia d’amore estrema incorniciata dal deserto, che si può amare od odiare ma che cambia per sempre le vite di coloro che lo affrontano. Scrittura veloce, scarna ed asciutta, capitoli che scivolano via secchi, pagine sfogliate veloci come dal vento del deserto: il lettore viene avvolto dalle pagine del diario di Lancaster, si stupisce dei fatti narrati dai giornali dell’epoca, si commuove davanti all’amore che spinge la protagonista a cercare di ritrovare l’amato, si indigna per l’atteggiamento passivo delle autorità che, vista la vita dissoluta del protagonista e gli scandali dei quali è stato protagonista, non si impegnano più di tanto nella sua ricerca. Come leggiamo nella “nota dell’autore” questo libro è un resoconto, non un’opera di fantasia, ed è costituito dal diario che il pilota scrisse nei suoi otto giorni di agonia, integrato dal rapporto del soldato Polidori, autore del ritrovamento dell’aereo ed unito agli articoli di cronaca dell’epoca. Tutto il resto, fatti e commenti dei personaggi che ruotano intorno alla coppia Lancaster/ Miller, sono argomenti inventati. Se è vero che Chubbie Miller cercò disperatamente un aereo per andare in aiuto del compagno disperso, è altrettanto vero che non riuscì ad ottenere alcun velivolo per condurre le ricerche in proprio. Pertanto, non poté nemmeno sposare il meharista (soldato esperto di attraversamento del deserto con i cammelli n.d.r.) Réné Chauvet, arruolato nell’esercito francese e narratore “fuori campo” della ricerca nel Tanezrouft del pilota scomparso, nonché suo unico aiuto nella sua disperata ricerca nel deserto dei resti dell’aereo.
     Da notare anche la nota dolce-amara che accompagna l’apertura di ogni capitolo, rappresentata dai proverbi tuareg che meglio di ogni altra parola al mondo esprimono la verità racchiusa in ogni granello di sabbia.
     Il deserto come scenario di un amore infinito, così come infinite sono le sue dune.
                                                                               Cristina Mascheroni

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