L’ULTIMO TABÙ FEMMINILE È DURO A MORIRE
                                  di Cristina Mascheroni

     Siamo nell’anno 2010, l’uomo è andato sulla Luna e le macchine lavorano per noi, il computer ha rivoluzionato la nostra esistenza e la vita, con tutti questi confort, è molto più facile da vivere oggi, rispetto all’epoca dei nostri nonni. Però un tabù ancestrale rimane ancora saldo al proprio posto: intoccabile, inviolato e sacrosanto. Se ne parla a bassa voce, con le guance arrossate, si ha vergogna a parlarne anche con l’amica più vicina. Le donne in quei giorni lì si sentono “diverse”, gli uomini le guardano neanche fossero “aliene”. Stiamo parlando delle mestruazioni, il più naturale dei processi del corpo di una donna eppure visto come un “momento peccaminoso”.
     Emblema di fertilità nel passato, questo processo fisiologico ha attraversato i secoli, non senza fatica, subendo varie trasformazioni sociali a seconda del periodo nel quale esso viene vissuto. Si è passati da un periodo durante il quale veniva considerato come emblema “divino” (nell’antichità la donna, proprio grazie al suo ciclo mestruale, era paragonata alla dea per eccellenza, la madre Terra, per la sua capacità di generare la vita) a un periodo dove era considerato marchio di stregoneria (dal Medioevo in avanti, fino agli albori del Novecento, la donna mestruata era considerata impura e poteva toccare o fare nulla), fino alle incredibili Wonder Woman del ciclo mestruale dei giorni nostri. In questi giorni niente bagno al mare, niente sport, niente lavoro ma, soprattutto, niente sesso. I sintomi sono veri, i dolori pre-mestruali affliggono otto donne su dieci, ma le paure anche, mentre ignoranza e pregiudizio hanno la meglio su tutto.
     In TV non va certo meglio e la realtà che dipingono non è certo quella reale. Avete presente quelle “meravigliose” pubblicità di quel prodottino avvolto in sacchettino lillà, quelle che ci dipingono come super atlete capacissime di fare il triplo salto mortale proprio in quei giorni lì? Non vi fanno venire il nervoso? No, ma dico, perché non possiamo utilizzare l’adorato “prodottino” e starcene tranquille a casa, sul divano, godendoci una tisana per calmare i crampi alla pancia? Eh… magari! Macché, hai voluto le “ali dinamiche” e il “super assorbente con triplo filtro a micro foratura areata”? Bene, allora… pedala! Anzi, fai la capriola…
     Scherzi a parte, al di là di come ci vedono gli esperti di marketing (polli, anzi pollastrelle, da spennare), abbiamo voluto fare qualche considerazione sia di tipo sociale quanto di tipo economico, su quanto possa “incidere” il ciclo mestruale sulla vita di una donna e sulla società in generale. I dati che abbiamo rilevato

      pagina 01 di 05
 
 
 
 
 
Infobergamo® - www.infobergamo.it è un prodotto H.S.E. - Leggi la nostra CDD - Validazione XHTML - CSS
Autorizzazione Tribunale di Milano n.256 del 13 aprile 2004. Vietata la riproduzione e la riproposizione non autorizzate di testi ed immagini.
Tabù, 2010, Censura, Vergogna, Ciclo, Mestruale, Assorbenti, Informazioni, Problemi, Economici, Etiopia, Kenya