con un “genitore modello”, capace di empatia, di far sognare e di offrire il suo contenimento nei momenti di crisi (transfert idealizzante). Quando questi due transferts non si realizzano, il bambino non si evolverà sulla base di un narcisismo sano. Quando questo ascolto idealizzante-speculare non avviene, nel soggetto adulto spesso troviamo senso d’inadeguatezza, incapacità d’amare, con un Sè fragile e vulnerabile, che si muove sotto la spinta della grandiosità e dell’onnipotenza. Solitamente, un bambino ascoltato imparerà ad ascoltare.
     L’arte di ascoltare non si apprende attraverso i libri, come dicevo, non è nemmeno un apprendimento cerebrale. L’ascolto è uno scambio di diverse energie ed è con-crescita. Ricordiamo che l’uomo è mosso da due tipi di energie: l’Eros, che è la forza dell’Amore, è la gioia per la vita, è la forza dello scambio affettivo e dell’allocentrismo, ed il Thanatos, ovvero l’aggressività, la distruzione, l’invidia, in una parola è “morte”. Questa è la forza dell’egocentrismo che non lascia spazio all’altro. In tutti noi aleggiano queste due forze: nell’uomo sufficientemente sano, le forze dell’amore saranno vincenti per una vita soddisfacente.
     Solitamente, l’altro che ci chiede aiuto è soffocato da tanti pensieri (input interni) o da oggettive difficoltà (input esterni) che da solo non riesce ad affrontare. L’altro che chiede aiuto è sommerso da energie negative (thanatos), espresse mediante sentimenti di rabbia, di angoscia o di disperazione. Nel momento in cui ascolto l’altro, cercando di consolarlo, si attiva un processo di rêverie, ossia una forma di stato conscio ed inconscio, dove cerco di “bonificare” le energie negative dell’altro. Questo, ad esempio, è ciò che accade tra il poppante ed il seno materno. L’altro viene “nutrito” in tutti i sensi: attraverso le nostre energie positive andiamo a bonificare le energie negative dell’altro.
     Affinché l’ascolto sia veramente vincente e trasformativo, occorre che ci siano degli elementi relazionali capaci di soddisfare le aspettative altrui. Gli elementi dell’ascolto trasformativo sono i seguenti.
     Empatia. È un aspetto fondamentale nella relazione, che è “mettersi nei panni dell’altro”, partecipando ai suoi sentimenti e comprendendoli. Con l’empatia “affettivizziamo” l’altro, amandolo e combattendo al suo fianco… Con l’empatia abbiamo una conoscenza “corporea” dell’altro. L’empatia è diversa dalla simpatia, che corrisponde al semplice piacere di stare con l’altro: questo è una sintonia di tipo cerebrale. Con l’empatia, invece, sentiamo l’emozione altrui, la quale diventa una percezione cinestesica e propriocettiva. Solo l’empatia attiva il processo di rêverie mediante processi identificativi e proiettivi.

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