costruire le centrali nucleari per produrre energia elettrica abbiamo deciso, con un bel referendum, che noi il nucleare non lo volevamo. Una scelta personale ed opinabile, dopo della quale non ci possiamo certo lamentare delle bollette di energia elettrica care e dell’inquinamento generato dalle centrali a carbone (il sistema più inquinante e più dannoso per l’ambiente, devastante a livello di emissioni di CO2) e da quelle a gasolio. D’altronde in qualche modo dobbiamo pur produrre l’energia elettrica che consumiamo…
     Tac… adesso basta, è ora di costruire quattro belle centrali nucleari, dobbiamo recuperare il terreno perduto… sbagliato! Non per le centrali in sé; personalmente non mi disturbano, si tratta di centrali di terza generazione, realizzate in collaborazione con i francesi (EDF), che hanno 19 centrali nucleari attive sparse su tutto il territorio, sono sicurissime e rigorosamente controllate. Il problema è che già oggi è tardi, figuriamoci quando anche le nostre saranno attive, fra non prima di dieci anni, per una vita stimata delle stesse di non oltre 40 anni di esercizio e per un costo stimato in circa 20 miliardi di euro per tutte e quattro. Le malelingue, tra l’altro, parlano di tecnologia superata: “Gli impianti italiani saranno di tecnologia francese di terza generazione prodotti dalla Areva, che ne sta costruendo uno a Olkiluoto, in Finlandia. Questa tecnologia è però già vetusta e la Francia la vende all'Italia mentre mette in cantiere la quarta e si assicura dal nostro Paese i soldi per proseguire la propria ricerca.” Possibile che siamo così ingenui?
     Lasciate che vi spieghi i motivi per i quali è inutile e clamorosamente errato spendere una cifra enorme di soldi pubblici per queste centrali. Se non vi fossero alternative, il nucleare è il mezzo più pulito ed efficiente per generare energia elettrica, nonostante il problema dello stoccaggio delle scorie di uranio arricchito, in quanto il sistema eolico (tramite il vento) e quello idraulico (centrali idroelettriche) non sono realizzabili ovunque, sono necessarie determinate condizioni territoriali, da una zona costantemente e sufficientemente ventosa per il primo sistema ad un bacino idrico montano per il secondo, mentre le centrali ad energia solare, costituite dai “pannelli fotovoltaici” realizzati in silicio, un minerale non rinnovabile, per convertire i raggi solari in energia elettrica, non sono molto efficienti e questi pannelli vanno sostituiti dopo un ciclo di dieci anni… se non vi fossero alternative, appunto. Solo che queste alternative sono oggi una realtà consolidata, rappresentata dalle centrali solari termodinamiche.
     Naturalmente non siamo noi a sostenere tutto questo, ma il Nobel per la Fisica Carlo Rubbia, il quale definisce il nucleare come “problematico e di lungo periodo”. La Spagna, la Germania e gli Usa lo hanno già compreso, anche se

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