BERLUSCONI E FINI SEPARATI IN CASA
                                  di Pierluigi Piromalli

     A seguito delle ultime schermaglie politiche consumatesi in seno al PDL tra Berlusconi e Fini non si è ancora ben compreso se il Presidente della Camera abbia offerto al Premier un patto di legislatura oppure abbia avviato informalmente una campagna elettorale con la strategica ridisegnazione delle alleanze. L’impressione, a quanto si può apprendere dai mezzi di informazione e dalle dichiarazioni dei rispettivi portavoce, è che Fini abbia fatto le due cose insieme proiettandosi come ago della bilancia nel panorama politico e ponendosi come terzo alleato accanto al partito del presidente del Consiglio e alla recalcitrante Lega di Umberto Bossi. Le incognite sulla stabilità del governo e della legislatura rimangono pertanto immutate e con esse il ruolo sibillino di Casini che spera di entrare in un futuro esecutivo nazionale dalla porta di servizio. Bisogna ora capire se la maggioranza riuscirà a sopportare una metamorfosi così traumatica o cadrà sotto le sferzanti spallate dei dissidenti ai primi appuntamenti parlamentari.
     È un dato di fatto che Fini abbia sopportato a lungo e con molta pazienza l’ingombrante presenza del Cavaliere, accentratore di consensi e di poltrone oltre che di palcoscenici mediatici e tale avversione, passata per anni sotto tacita sopportazione della leadership di un non-politico qual’è il Premier, è esplosa nella ormai impossibile accettazione di ruoli ed imposizioni.
     Il costituendo partito di Futuro e Libertà nasce come depositario di valori e metodi alternativi a quelli del Pdl, formazione politica ormai considerata alla stregua di un simulacro che ha perso credibilità agli occhi della terza carica dello Stato, il quale intende ormai emanciparsi al più presto probabilmente per eliminare le tossine di un errore politico che sente di avere commesso consegnando Alleanza Nazionale nelle mani di Berlusconi. Fini si è reso conto che delegittimando l’attuale maggioranza ed in particolare quel partito che ha contribuito a fondare, auto-assegnandosi il ruolo di leader di parte, ha messo a rischio anche la credibilità di Presidente della Camera.
     Pensare che, in questo scenario, l’azione di governo possa proseguire senza ulteriori scossoni appare una possibilità remota, sebbene l’offerta del patto di legislatura, per come è stata confezionata, rischia di rivelarsi non l’occasione per una vera ricucitura ma l’ultimo colpo studiato a tavolino contro una coalizione che ha perso gli equilibri al proprio interno. Ufficializzando la rottura con Berlusconi e l’adesione al gruppo parlamentare di Futuro e Libertà,

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